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lirik lagu il sabotatore – anastasio

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[intro]
eh-hey, sì, sì eh, questa, questa skippala
molto probabilmente non fa per te, nessun rancore, yeah

[strofa 1]
‘ste cazzo di rime non devo farle per forza
se prendo il flusso non mi frega un cazzo
ma le faccio per natura ed il cranio manco si sforza
mi dilanio la scorza di dosso
io sono il tarlo nell’osso, il bagarozzo maturo
io sono il pappatace che scava nel muro
sono il bruco della mela di eva, birbante
che cambia la trama in un diversivo elegante
annaffia il detersivo alle piante
e poi stacca le tessere dal mosaico dell’essere
e le ri-ssembla in un cazzo gigante
con tanto di tante minuzie anatomiche
che dopo ti devo spiegare perché ho fatto il frenulo in un certo modo
e la venuzza sullo scroto
mi aspetto un applauso monumentale
mi aspetto le vagine delle vostre dame
mi aspetto che ridiate se mi sento male
se mi metto a urlare, se mi legano ad un letto di ospedale, ah
levatemi il mondo di dosso che già fa caldo dentro questo fosso
e di certo io non posso cercare di stare composto
coi crampi al collo e l’esistenza addosso
oh no, no, levatemi il mondo di dosso che già fa caldo dentro questo fosso
e di certo io non posso cercare di stare composto
coi crampi al collo e l’esistenza addosso
oh no, no, levatemi il mondo di dosso che già fa caldo dentro questo fosso
e di certo io non posso cercare di stare composto
coi crampi al collo e l’esistenza addosso

[strofa 2]
lo volevate facile il read, eh coglioni?
una roba cantabile, mica sono baglioni
io non vendo luce ma solo bagliori
sono il mercante di illusioni coi prezzi migliori
resuscito [?]
mi hanno scomunicato alla chiesa dell’entropia
‘nasta, adesso fuggi, c’è la psicopolizia
fuggi, fuggi, fuggi, c’è la psicopolizia
coglioni presi a venerare il caos
non credono negli ordini maggiori
sono il cadetto che dà gli ordini peggiori
che brucia la mappa del campo minato
dopo aver memorizzato le posizioni delle mine
sì, ma non le vuole dire, ma non per ricattare o per cazzate varie
giusto per far incazzare il generale, sergente maggiore
ammiraglio, cavaliere del travaglio
io parlo scomposto, sputacchio sulle medaglie dell’arme
ridacchio indicando il pennacchio al gendarme
rifiuto l’ordine in nome di un altro più grande
compiuto il quale mi potrò fermare
la parola è sabotare, è bruciare i proventi
smettere di salutare i parenti solo perché lo devo fare
non esiste un “devo fare”
ma giusto un imprevisto che mi va di originare
altrimenti non esisto, non so che esisto a fare
esisto giusto per sent-to dire? pazienza
continuerò a nutrirmi del tuo senso di impotenza di fronte al male
e tu che siedi e taci invece di alzarti e urlare
sei l’eroe da celebrare, a fatti e a parole
infatti volevo farti detonare
ma ho tagliato i fili al mio stesso detonatore
firmato il sabotatore

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