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lirik lagu odi et amo – arcydemon

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sento ancora i tuoi morsi sul collo, graffi sulla schiena;
se solo fossi più stronzo, non sapessi che è tutta scena
sai, vorrei sentirti gridare ancora una sera
come un lupo con istinti di fame e la luna piena;
odi et amo: odio l’amore per te, amo il mio odio per te
controversa: “la beauté” nella testa di baudelaire;
quando scopavi con me, il tuo mascara sbavato
mi disegnava la mano, come coi quadri monet
io perdo la testa: van gogh, tu eri tra gli champagne il moët
ora senza chandon, questa la con*seguenza
di una sequenza tra con*tingenza
dubbi e incertezza nella tua mente persa da un tot;
che mi hai pianto addosso mentre ti scopavo, abbiamo riso insieme mentre ti scopavo
la mano sul collo: enrico viii ;
noi che più ci vogliamo più stiamo lontani:
due poli uguali, amanti in una stanza al primo piano
ora ne scopi un altro mentre pensi a me
io scopo un’altra mentre penso a te e chiudo gli occhi mentre viene
sarà ridicolo, ma forse se fatto all’unisono
non sarebbe così diverso da rifarlo insieme
ma tu, coi tuoi dilemmi esistenziali
e quei tur*bamenti mi spezzavi ogni certezza
ed espu*gneresti ogni mia fortezza
usando come esercito le ciglia e quegli occhi da principessa, pensa
eloisa e abelardo; sei eroina per kurt cobain, un fardello che incanta
il cielo prima del lampo, zero, sì, ma se è fratto, eroina all’assalto di un castello di carta
scappi da te stessa e giri in tondo fino a ritrovarti, fino a ritrovarmi: ormai è la sesta volta
che proviamo ad ignorarci e poi finiamo ad incontrarci e ad implorarci di smettere di cedere a questa forza;
e prima di incolparci ancora lo facciamo a sangue:
tu che stringi le lenzuola fin quasi a strapparle
la mia testa in una pressa in mezzo alle tue gambe
la mia lingua il peccato mortale al quale non riesci a sottrarle;
tra le tue urla soffocate intorno il mondo tace
ed ho un pensiero curioso mentre il tuo corpo giace:
quando continui a dimenarti sei esempio efficace
di come con me provi a liberarti da ciò che ti piace;
ma l’uno dell’altro siamo la parte più partecipe
la tua carne è mia carnefice, non ci riesco a lottare
e penso a annotare, ma ora che di quest’arte sei l’artefice
mi accorgo che a me non è permesso scordare
tu, che riusciresti ad abbagliare un cieco
ad ammaliare un sordo, a far parlare un’eco
mi hai preso in un loop immenso;
urano e gea: ci stessimo vicini, saremmo più forti dell’universo

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