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lirik lagu in-conclusione – mr.gore x l.jago x molly

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[intro]
– mr.gore: “lord, dimmi che è successo, in conclusione che hai fatto?”
– l.jago: “in conclusione non ci ho capito un cazzo, però qualcosa ho provato a farlo… tu che dici?”
– molly: “ah… aspetta che ci penso”
– mr.gore: “e’ arrivato il momento”

[strofa 1: mr.gore]
ridammi quello che mi hai tolto, un germoglio spoglio
viscido come olio, come alga aggrappata a scoglio
un motivo buono c’è rimasto per questo resto, mai arresto
il mio pensiero a incastro, un cuore d’alabastro, cresco
tenuto insieme dalla colla e il nastro, cerco un pretesto
e mi detesto, naufrago nell’estro, io mi innamoro del diverso
mi fa male. ma nonostante questo lo continuo a fare
mi chiedo cosa c’è che non va qua, caduta libera, calamità
nel dna, poli del pianeta stabiliscono la gravità
ma della situazione, troppe persone perse in questa n-z-one
per questo sputo in ‘sto micro a ripetizione, esercitazione
non sei mio amico, vento di meridione. alluvione;
circensi in bilico su fili sottili vili rettili squamati da
proiettili, -ssenti asettici, “doppia emme e nemesi”
dimmi ora cosa resta, onde morbide e tempesta
chi mi detesta son viscidi vermi attaccati alla mia esca
troppo ho dato, poco ho ricevuto, mo’ non resto muto
coperto di velluto e sai che con il flow mo’ ti lascio a nudo

[strofa 2: l.jago]
e non c’è via d’usicta perché fuori piove acido
e intanto mi sembra di esser sempre meno lucido
per questo evito un lampo e ti paio un poco pallido
sto nel buio piuttosto che vedermi squallido
ma ogni tanto una boccata d’aria va -ssaporata
e anche se nell’io sepolta lei si sente deflorata
meglio mi rinchiuda e abitui all’aria viziata
underground? ci trovi in una buca seminterrata
non posso ricreare ciò che è nato per caso
non sono l’unico che a cercarsi ci ha rimesso il naso
anche se in volo col mio yokai è da un po’ che non vado
che-ne-sai, il male resta e non lo esterno di rado
ma per quanto abbia provato a scrollarlo di dosso
e’ stato -ssimilato come un morbo e consuma fino all’osso
sguardo di comp-rs- adosso brucia di sole rosso
dal mio vortice che inquina non mi sono mosso
ma giuro, spergiuro, che vorrei provarci
vorrei ma ho già rotto le funi a cui aggrapparmi
le stesse le ho riciclate per legarti finendo per soffocarti
calliope, ho solo un riflesso vitreo in cui specchiarmi
ti chiedevo cosa prov-ssi in un oceano di emozioni
ora che non puoi rispondere è più una pozza di rancori
con l’acqua che si è sporcata di tutti i miei timori
anche se (sei) cianotica e ferma continuo a portarti fiori

[strofa 3: molly]
non è cambiato niente
dopo tanto tempo non ho ancora colto l’attimo fuggente
è un eterno adolescente pieno di sentimenti
al contrario della gente che su ciò che sente mente
chiudi gli occhi e tienimi la mano
predestinati ad andare più lontano
il mio destino l’ho cambiato e volo in alto in un posto
dove mai nessuno è stato
queste note che accompagnano la mia salita
cantiamo della vita senza la saliva
giovani menti, giovani talenti
che hanno solamente una cartina che gli fa da guida
foglio e mat-ta e non è mai finita
cade la sabbia lentamente come una clessidra
e lascia che ti dica che la fiamma è ancora viva
non c’è niente che la spegna
non c’è via d’uscita
la musica da tanto, anche quando
la notte non ho niente e il caldo mi sta soffocando
il volume del mio canto è molto alto, molto alto
molto più di ogni mio pianto
queste sono le memorie di un bambino
parlo poco e scrivo tanto
e grazie a questo sono ancora vivo
con i sentimenti in una gabbia appesa a un filo
che lentamente dondola nel bilico di un obbiettivo

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