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lirik lagu real talk – nerone

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[verse 1: nerone]
credevi mi ferm-ssi, scemo, manco per finta
un paio d’-ssi per ‘sta m-ssa di scarsi che la do per vinta
profil-ssi tra alti e b-ssi della vita aver la grinta
torn-ssi nella figa, avresti la tua bella spinta
posti b-ssi e chiami gli altri per staccarti dal muro
niente baci a questi falsi, solo calci nel culo
quando p-ssi nei paraggi sei a due p-ssi dal buio
che tra i palazzi i miei ragazzi son scomparsi nel fumo
il mio primo motorino, lo spadino nel piaggio
che ero solo un ragazzino, mezzo chilo per viaggio
il sogno di al pacino, stracchino come il formaggio
in giro con tacchi e codino alla roberto baggio
e posso farlo ma no, te lo risparmio
che tanto farlo qua o no, non cambia un cazzo o no?
questo è quello che faccio
non ci credi? puoi venire sul palco e testarlo
n-e, il tuo freno bello
come se fossi appena sveglio
che al momento ho solo nebbia nel cervello
quando poi realizzi chi hai davanti, parla meglio
che trovarmi è molto easy come jeju in parlamento
resto con la bibita in mano, ci fa paura
che ho la minchia come la vita e non sai quanto è dura
sul beat tiro a rete, tu non sai quanto cazzo dura
la mia roba è roba real, per quello te la sp-ccio pura
tra la spazzatura matura il meglio talento
forse la natura è svenuta in mezzo al cemento
un povero b-st-rdo imbosca nel suo sguardo spento
gli occhi della vera tigre in forza con il fuoco dentro
quindi basta, dai, non perder tempo
qui non p-ssa mai, sembra di esser dentro
you don’t waste my time, non posso anche volendo
tieni solo a mente di portar rispetto al genio

[verse 2: nerone]
quante volte, so di notte le fa toc toc
due di notte, sulle porte questo schiocco
sono ietro, non i pusher del mio blocco
vieni dentro, vengo dietro, piego e pop pop
un vero bro’ di cuore, figa, grano e liquore
fili tanta, fili grano ed il tuo odio rimuore
io di certo non ne covo per un covo di suore
io ti correggo se ti trovo, sono il nuovo t9
nella giungla c’è il leone, in queste zone qui no
c’è la storia a centrocampo, simeone, veron
siamo tutti musicisti, sì, ma come però?
tu non mischiare i liricisti con icone del pop
io faccio bop bop, in tasca pop corn
palline bianche, solo buste mica pop pop
per questo solo piazze giuste, mica i cop cops
canti quando scocchiano le fruste, tipo hop hop
pompa ciò che è loro come fifty, die gipsy
in bocca per il conte e per i dischi, live biggie
rappi da dieci anni e non esisti, tai sisti
li hai visti? fanno pungi artisti
io faccio bop bop, in tasca pop corn
palline bianche, solo buste mica pop pop
io faccio solo bop bop, faccio rap, hip-hop
dedico rime serie per real talk

[verse 3: nerone]
non fare il mio nome, fra’, il mio nome lo sanno
io sono il panchinaro più caldo
il pallone è come il cazzo, non parlare, ti conviene b-ttarlo
che a questo mundialito qua c’è il primo b-st-rdo
già in ballo prima che spunt-ssi, stai calmo
non son qui per dire come dovresti farlo
gonfiati le borse e forse resti in alto
uno come me devi addomesticarlo
e qua o ti canti o ti scuoti o ti buu buu
non lo fanno, no, bro’, la mia crew crew
vuoi la pa, vuoi le po, vuoi le pu pu
chi la fa? dico boh, dico tu
son part-to che bastava andare avanti a centottanta
tutto fatto per la strada e dove andavo ci pensavo dopo
adesso ci pensavo proprio
di rado quando stavo sobrio
adesso che li ho visti, li ho sent-ti e li ho annusati
questi soldi sono solo tutto quello che ora voglio
carta, -ssegno, moneta, foglio
chi è senza impegno sventa l’orgoglio
ho il rap animatore, sdraiato a cazzo tutto l’anno
ho un po’ di tempo libero, così almeno li guardo
sembra fanno di tutto, ma una cosa non la fanno
non fanno il mio nome, il mio nome lo sanno
la mia banda è mcf, già lo sanno
per le viette a capodanno
vuoi sapere veramente quelli come noi la sera cosa fanno?
meglio che non parlo
fa un freddo di cristo per strada
la gente s’è visto, è addestrata
la vita è un inferno e se acchitto l’entrata
ti vedo di certo lì a fine serata
uno, giuro, di sicuro il culo
per la fama tra ‘sti infami non lo do a nessuno
muso duro che se sei qualcuno
in giro è perché in giro hai dato un po’ di fumo
due, non mi fido, tre, non mi fido
quattro, non mi fido e così via
mi fido di me stesso e così sia
non parlo né coi rapper, né con la polizia
devi andare in giro bello abbottonato
se no torni come in metro, tutto arrotolato
una musica nel sonno, fra’, mi ha folgorato
e mi ha imperato di far soldi senza dottorato
forse io da bimbo, io ero troppo strano
sognavo di volare come un cormorano
invece, decorato, me la ascolto piano
perché con i pesi in tasca, frate’, non voliamo
hai fatto guerra o hai fatto l’erba?
niente major, majoretta
stringo il cane, baionetta
io romario, tu marionetta
peso, camion, non camionetta
canne e valium in cameretta
io mister paiso, tu yu di merda
io quando parlo, tu chiudi quella
toccati il cazzo prima che lo faccia io, bastan, zio
mi auguri la morte, tanto meglio
sono anni che l’attendo, almeno dico tutto in faccia a dio
ti cerco, non tremare, poi dicon che non sei niente di speciale
frate’, un po’ come la bamba a rio
tardo ad arrivare, frate’, ma c’arrivo
ti squilla il cellulare, frate’, “mamma, arrivo”
mister giggity, lascio come lividi
segni dei miei morsi sulle p-ssy come schibili
vengo dai b-ssifondi e qua non tutti sono simili
tipo che dal tuo jet, tu non li vedi, sommergibili
qua sotto gridano “god, d-mn”
lo pensi pure tu, perché poi tocca a te
la tipa mi stupisce se ne ha in bocca tre
ti ho chiamato, ma hai l’aspetto di chi mocca te
questi rapper sono quasi peggio delle donne
dividon le giornate tra il parrucco e le menzogne
donne e musicisti van cercati nelle fogne
almeno lo sai bene che fotti con le carogne

[verse 4: nerone]
comodo come il cazzo nella figa
come il capo del tuo ufficio che ti umilia da una vita
e che si scopa quella bionda giovane e rincoglionita
e la domenica tua moglie quando tu sei alla part-ta
comodo come il culo sulla mase
o lo sguardo di un fattone con il muso sulla base
o la faccia di un fratello se lei va in seconda base
comodo, sdraiato e fatto nelle vostre case
comodo, sono comodo ovunque
comodo, sudato quando mi mangio le unghie
comodo, mi sdraio su un paio di gambe lunghe
davanti al commissario sarei comodo comunque
comodo, guanciale e pomodorino
milano in mano e il lago di como nel comodino
ho robe crude, putte e pute da portorico
comodo da sempre ma se cambio te lo dico
comodo sui chiodi, ho una certa mentalità
collo, coi succhiotti ho una certa brutalità
comodo tra i pochi in alto sull’umanità
tu sei comodo coi soldi, ma coi soldi di papà
comodi, è modico il riocontra
perché ci gafre un cazzo, noi stiamo una bomba
comodi da sempre, solo vesto tuta e jordan
comodi da sempre, fate i versi a notte fonda
comodo seduto sulla cima dell’olimpo
vivo l’erba come un lindo, una canna come un calippo
comodo sdraiato sul letto dello psicologo
che mi parla per ore del fatto che ha un figlio tossico
comodo ti guardo che stai uscendo da sconfitto
se vuoi fare il salto, stai scendendo dal soffitto
comodo, ti ho visto giocartela anche da comico
col fonico esaurito finito in crisi di vomito
cuscini da mezz’etto mi tengono il culo comodo
comodo in questura, non parlo, piuttosto soffoco
comodo col sole, ho queste lenti che mi copr-no
e non vedo più i faretti delle enti che mi rincorrono
sei scomodo al m-ssimo, comodo con m-ssimo
nel video non sei comodo, parli come uno spastico
i culi si muovono e appaiono come un cl-ssico
‘sti babbi che si segano con le p-ssy che mastico
comodo sul divano con i monitor
adesso ho la play 4, meritato con il commodore
la scena rap è un forse, ma son più quelli che sonno
non mi intendo di videogiochi e le bombe, rimango comodo
chiudo gli occhi e comodo, vedo ora pecorelle
saltano steccati mentre io alzo le asticelle
comodo, da casa controllo le mie mandelle
mentre aspetto che esca il disco e ti porti via le mascelle

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