vague à l'âme (resoconto dal diario di bordo) - john faser & hartstock lyrics
[testo di “vague à l’âme (resoconto dal diario di bordo)”]
[intro: john faser]
john faser
hartstock
jason creepy
oh!
[strofa 1: john faser]
ritorna la grande disgrazia
dai cieli neri non piove più acqua
sentieri divelti che gridano “nakba”
passano inverni ma niente più basta
per cancellare i pensieri
dovrei metterli in tasca e dopo disperderli nella burrasca
l’ansia casta problemi che dopo mastica
strano senso di calma apparente
niente mi placa e la gente è di plastica
nel ventre c’hanno una svastica incisa da sempre
il popolo sanguina mentre risplende
come ogni lacrima santa caduta su terre d’oriente
una lamina oscura minaccia
dà forma a un impura gabbia lucente più buia
caro diario di bordo ti scrivo
è un ossario profondo in cui vivo
do un resoconto tardivo del mondo
non sono pr*nto e mi impicco
‘sto lascito è sporco corroso dall’infanticidio
reprimo ogni bene mi sento da schifo
da tempo coltivo vendetta
una stretta mi blocca il respiro
cuori tritati a grattugie
siamo perforati da piogge
lacrime fatte di ruggine
come grandine cadono bombe
è un concetto superfluo sta lapide
anime in cerchio contemplano l’apice
bucano braccia come piogge acide
il margine è fermo
stiamo risorgendo
[strofa 2: jason creepy]
sento un coro di voci bianche che intonano un inno ad un dio che è defunto
a volte ritornano in forma amichevole i mostri che in parte mi tolsero tutto
ho messo in risalto tutti i miei difetti è un nevrotico chiaroscuro
sono qualcosa da cui mi scongiuro, grumi di sangue, colate di nero sul muro
ti sei mai chiesto che cosa ha provato la vecchia signora monnier dopo essere stata chiusa in una casa per quasi trent’anni?
manco te lo immagini
siamo in grado di architettare creazioni come le piramidi
così come di alimentare le crepe sociali che ci hanno reso più avidi
oggi mi specchio negli occhi blu di un bimbo che zitto si specchiò sull’acqua del pozzo
finché non ci cadde dentro sul serio e divenne blu anche il resto del corpo
cosicché fu solo la terra la stessa in grado di trovargli un posto
e lo spirito non battezzato fu collocato dentro al purgatorio
sono solo e le lacrime sono il mio pasto così come scrisse christine de pizan
il mio rap è la peste bubbonica, puzza di morte, non è solo dark
stendo raglie per la depressione sopra una cassetta dei peste noire
non parlarmi del bene che merito, merito il male che ho fatto già
[outro: jason creepy]
ah, ratatatà
jason, john faser, hartstock
ah!
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