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lirik lagu infame – alex22

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[testo di “infame”]

[strofa]
non posso fingere per altro tempo, mostro l’altro lato
ho dato tanto da dipengere, il culto che ho accumulato
è tutto occulto dal modo in cui penso, dal modo in cui ho amato
mi sento un disagiato in un mondo già degradato
non mi pento mai, ma se vuoi, aspetta che forbo
mi sento come un morbo che dice: “fra’, non mordo”
e sono in disaccordo con gente che non ricordo
mi sento come un clacson nel bel mezzo di un ingordo
“è inutile che spendi fiato” dicono “o ti affanni”
sono tutti dongiovanni in un mondo pieno di inganni
e sono tutti tiranni, già, vivendo in un accoppiatoio
non si sa manco come muoio tra cent’anni
e non sono un normanno, non mescolo la mia lingua
ma tu prova a parlarla, fra’, è tipo uno scioglilingua
tutto ciò che fanno le persone sperano in grande
io tutto ciò che fa ‘sta razza spero si estingua
ma non ho nulla contro, concordo con chi fa corte
non si sente più protetto e non crede più nella sorte
ma tanto un giorno moriremo tutti, insieme ce ne andiamo
un giorno dico: “ti amo”, l’altro: “ti odio a morte”
i pomeriggi volano, ti giri ed è già sera
vedi la luna piena e in mano hai una cartuccia nera
dalla finestra vedo una realtà un po’ troppo tetra
e già da questo penso: “era meglio la quarantena”
giorni che mi sento in vena, fra’, parlo come un dannato
ma c’ho l’esof*go in cancrena e mi sento soffocato
ho una marea di contatti che hanno una vita rea
ma ciò non mi crea voglia di cambiare lato
mi ripeto che st’ansia finisce subito, tutti sbagliano
ma appena scappi di prigione subito ti sparano
appena ti attacchi a uno subito distanziano
gli tocchi la mano, subito si scaldano
e dovrei cambiare la mia vita, tutti mi dicono
sono cresciuto tardi, un adulto nidicolo
dicono e ridicono che risulto ridicolo
nel mio curriculum c’è “strizza del pericolo”
la casa dice: “c’è lo strano”
mi guardo allo specchio e vedo quell’altro più avaro
che non sa niente della vita, è ignaro
che si sente solo in mezzo alle onde, come un faro, gli ripeto: “bravo!”
questo mondo è contaminato, è considerato
uno dei peggiori ed è stato pure copiato
è stato abitato da gente che non merita niente
ed io in quella mischia mi sento accusato
mi sento un mostro con l’inchiostro ma il problema è vostro
voglio invadere la scena con un rosso rostro
voglio ottenere l’emblema di avere messo una mina
e quella poco autostima che ho non la mostro
ogni rima è uno sparo sulla terra
se vado in para’ sparo in cielo, faccio effetto serra
magari il colpo cade in testa a qualche stronzo
ed io lì faccio una foto e me la imposto come sfondo poi dopo lo sfondo
non di mazzate ma di barre
le parole fanno male, non so usarle
creo ferite troppo interne, tu ti fumi l’oppio, inerme
vuoi che nessuno lo sappia ma poi dici il doppio ad ermes
ovunque mi giri, vedo solo frammenti
di fallite love stories e di queruli lamenti
quei rulli cadenti, nella mente ne ho solo di decadenti
mica menti quando dici che ti penti
voglio vivere la vita come un sogno lucido
dopo brucio, bro, come jordan parrish
lo so, ci sono i mezzi ma l’ambiente è un po’ umido
io voglio esser l’unico runico in pubblico
ne dubito, restio, che l’ultimo rest’io, se
dopo di me ci sarà un nuovo calliope
spero cambi tutto quello che vedo infra me
ma alla fine di tutto (alla fine di tutto)
ne dubito, restio, che l’ultimo rest’io, se
dopo di me ci sarà un nuovo calliope
spero cambi tutto quello che vedo infra me
ma alla fine di tutto sembro io l’infame
[outro]
ma alla fine di tutto sembro io l’infame
sembro io l’infame

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