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lirik lagu logos – alex22

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[testo di “logos”]

[intro]
yeah

[strofa 1]
non apparteniamo tutti allo stesso lignaggio (no)
se sono un ostaggio, a stento astengo coraggio
non guardo l’apparenza, chi mi accarezza non l’ingaggio (già)
e senza quelle pare ho insicurezza nel linguaggio (ah)
l’essenza a me è un disagio (ehi), vorrei un ampio disegno
pensa c’è un assenza di agio, forse cambio di segno (dai)
non so splendere indegno senza disco per del fondo
preferisco perder sonno che perdere il senno (ehi)
la notte è corta (già) ed è sorta con l’una (l’una)
pure sе questa sorte a volte è morta con cura (ehi)
la luna еsorta paura ma la maggior parte
delle sere faccio arte e mi è un portafortuna (un portafortuna)
se mi metto penso a molte delle volte
in cui mi sono chiuso dentro per sciocche mezze cotte
ma ciò mi ha reso forte e mi ha disperso da parti
e sono proprio queste cose a farmi diverso dagli altri (a farmi diverso dagli altri)

[ritornello]
ciò che cavo spesso si rompe
e se ritraggo da dove stavo tengo di fronte
uno schiavo che, avaro, penso alle sponde
e quando sale l’amaro è un faro in mezzo alle onde
quando ricavo (quando ricavo) un pensiero irrompe
ed è strano che lì stavo su un sentiero e incombe
uno schiavo che, avaro, penso alle sponde
e quando sale l’amaro è un faro in mezzo alle onde (ehi)
[strofa 2]
è troppo il rischio (già) ma mi so regolare (ah)
perché è quando droppo un disco che dico “sto per volare” (ah)
vedo un sole vocare la mia anima già grigia
con un arida valigia ma ciò che sollevo cade (cade)
in mezzo a queste pare, bro, io non so recitare (no)
ed è per questo che già da un bel po’ odio sollecitare (ah)
odio dare sempre ragione a chi non la merita
o portare il rancore a chi non lo evita (no)
yeah, non è che sono perbenista
ma provo a fare il buono e non voglio che ferisca (no)
non voglio che persista l’odio nella poetica
vorrei che finisca il logos nella mia etica (già)
anche la mente mi mente con divario (ehi)
mi stringe le tempie e si sente un buon diario (ah)
quando sto in un gruppo colo, sono sempre autoritario
e preferisco stare solo come un verme solitario

[ritornello]
ciò che cavo spesso si rompe
e se ritraggo da dove stavo tengo di fronte
uno schiavo che, avaro, penso alle sponde
e quando sale l’amaro è un faro in mezzo alle onde
quando ricavo (quando ricavo) un pensiero irrompe
ed è strano che lì stavo su un sentiero e incombe
uno schiavo che, avaro, penso alle sponde
e quando sale l’amaro è un faro in mezzo alle onde

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