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lirik lagu requiem – apotheosis (ita)

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[testo di “requiem”]

[intro]
apotheosis
state annichilendo la mia fantasia
inoltre sono già morto, cosa ti aspetti?
niente più mi soddisfa nell’acheronte che traghetta le mie afflizioni, ma ho ancora un legame con il mondo, l’unico

[strofa 1]
comprenderai che non sono un rapper
sono il poeta che agognavi, l’amante che sognavi
tra concetti soffocati, lettere ed eros intersecati
incastonati nello scettro di un sovrano che legifera
l’egemonia effimera di un’esistеnza libera
che libra nell’infinito, mitiga l’invеrminito, litiga
l’irrazionale impulso di un’esistenza onirica
che leviga il reale, finché levita è letale perché
rinchiudersi nell’ideale fa appassire i miei fiori del male
la volontà carnale tentata dal frutto edenico
la volontà mentale fuorviata dal lutto empirico
l’incarn*z*one del mio mostro è speculare
i mnemoni falliti e l’intenzione dell’inchiostro è materializzare demoni sopiti
non fuggire, anche se rinchiusa in una gabbia
se i granelli di sabbia di una clessidra che smarriscono il mio tempo sulla prominenza di un castello
situato tra le nuvole, tra cupole di vetro salva a stento il fosco cielo, fuoco del fallimento fatuo
io ti amo, mia fugace naiade dalle mani argentee, vellutata dalla luna
[strofa 2]
osservo la cruna del mio cuore che si espande senza alcuna misura
cattura l’oscura immagine della mia abiura, s’infuria
e il vento maestrale oscilla il pendolo della rosa
fervida madre dell’immateriale tra elegie, apparati e legamenti
creando lettere a musa dei venti
le sentinelle intimano a seminare liquido seminale per procreare droni
mentre milioni di particelle concorrono nel creare l’anima da amare
similare al nucleare, se i miei occhi potessero proiettare
la naturale chimica composizione del processo neuronale
sarei amalgamato tra ampolle e teorie, corolle di allotropie
vivide alterazioni delle diottrie, ma se traesse e emergesse
la panacea capace di rendere insofferente l’umano saresti tu
la super*imposizione dell’orgone che genera l’embrione
l’implosione della sfera realizza una dimensione
in cui la seduzione verte sui tuoi occhi da gorgone
credimi, il tepore della fiamma arde lieve
tra i respiri della tua requie, i fiori delle tue esequie
volevi una poesia ed io ti ho scritto un requiem

[outro]
non fuggire (non fuggire, non fuggire, non fuggire, non fuggire)
non fuggire (non fuggire, non fuggire, non fuggire, non fuggire)
non fuggire (non fuggire, non fuggire, non fuggire, non fuggire)
non fuggire (non fuggire, non fuggire, non fuggire, non fuggire)

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