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lirik lagu inferno – arex

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[strofa 1]
è brutto quando sei a divertirti e tua madre ti chiama dall’ospedale che sta per crepare
quindi ora tutti zitti e state ad ascoltare,voi che non sapete cosa ho dovuto p-ssare
mentre tutti guardavano felici i mondiali con emis k!lla in sottofondo
io ero li a pregare che mia madre rimanesse ancora in questo mondo
fortuna che dio l’ha voluta aiutare, ma ha voluto un altro angelo da sacrificare
ero col mi cugino quando mio padre è arrivato e mi ha detto che il nonno se n’era andato
ed io stavo male, col nonno morto in bara e la mamma in ospedale
e niente era come prima, gli amici se n’erano andati tutti insieme alla mia autostima
mi chiamavano anima in pena, tutti i giorni in panico come giuda all’ultima cena
ed io ogni giorno soffrivo, con tutte le persone ero sempre più aggressivo
e c’era una ragazza che mia guardava, forse mi piaceva, ma non potete capire quanta ansia mi metteva
avevo problemi a rapportarmi con le persone, ad ogni cosa che dicevo mi sembravo un coglione
e ad ogni cosa mi sentivo giudicato, con dentro il dolore di un cane bastonato
la depressione mi aveva -ssalito, mi chiedevo perché non mi avessero abort-to
ero triste con me stesso, con tutto quel dolore che mi portavo sempre appresso
gli istinti suicidali che accompagnavano tutti i miei problemi abituali
mi dicevano “tranquillo, non è niente, ma sta gente del mio dolore non ne era cosciente”

[rit.]
e ci son riuscito, finalmente da quell’inferno ne sono uscito, anche se è rimasto qualche stronzo che ancora punta il dito
e ci son riuscito, finalmente da quell’inferno ne sono uscito, anche se è rimasto qualche stronzo che ancora punta il dito
ma ora di sti scemi me ne fotto, io sto al top e loro metri sotto

[strofa 2]
primo giorno di scuola, ero a disagio e volevo soffocarmi tra le lenzuola
il mio obiettivo era di fare nuove amicizie, ma mi prendevano in giro, non capivo quelle ingiustizie
ero nel gruppo degli sfigati, quelli strani brutti e dagli altri emarginati
c’era il gruppo di troie che mi sfotteva “fai schifo, sei brutto, perché sei nato quella sera?”
avevo tutti contro, non sapevo il motivo, manco mi toccavano come se avessi avuto il tifo
e quando lo chiedevo mi dicevano “niente di personale, ma tutte le volte che ti vedo ti vorrei sgozzare”
e ogni sera ero a piangere in cameretta, a ripensare ad ogni cattiveria che mi era stata detta
poi un giorno dissi “basta, la faccio finita”, fortuna che c’era il badante che mi salvò la vita
quell’estate il mio amico mi diede una bella retta “ghera, non farti più mettere i piedi in testa”
e non sapete quanto gli sono grato, quel mio fratello da tutti i problemi mi ha salvato
quando sono tornato a scuola mi riprovavano a bullizzare, ma avevo imparato a farmi rispettare
mi feci il mio gruppetto e quelle troie rimasero sole come un senzatetto
e da quell’anno mi è cambiato tutto, mi è cambiato ruolo, adesso non ero più io ad essere da solo

[rit.]
e ci son riuscito, finalmente da quell’inferno ne sono uscito, anche se è rimasto qualche stronzo che ancora punta il dito
e ci son riuscito, finalmente da quell’inferno ne sono uscito, anche se è rimasto qualche stronzo che ancora punta il dito
ma ora di sti scemi me ne fotto, io sto al top e loro metri sotto

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