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lirik lagu negro – benna mc

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una mattina mi sono svegliato e ho visto l’invasore
l’ak puntato al cuore, si fugge oppure si muore
una maschera di sudore e le mosche per colazione
lascio la speranza ai posteri, qui cola la n*z*one
mio figlio guarda e piange mentre cammina a spasmi
non è un fumetto marvel, i buoni non hanno armi
allunga la mano a me manco fosse mister fantastic
ho un buco nel cuore, ci ruzzolo come krusty
alle spalle il gelo delle fiamme inghiotte il mio paese
le urla non sono canti, le luci lanterne accese
nelle mutande feci e nelle calze qualche cedi
come se di schiaffi in faccia si potesse in piedi!
la notte ammutolisce le ceneri del villaggio
l’esercito si addormenta tenendo il terrore in braccio
slaccio le corde che impediscono un abbraccio
il coraggio asseta un ostaggio con un miraggio
oggi mi piego per un domani più disteso
perchè il mio eco non ti gonfi l’ego (ti gonfi l’ego, l’ego)
il sollievo (credo) è il primo respiro in cui non annego
se non capisci puoi chiamarmi…
(se non capisci puoi chiamarmi…)
accanto a me le vite che esplodono come geyser
la fortuna che divide superstiti e carcasse
parlare per tenersi svegli e non cadere giù
nel c*n*le dell’inferno, cocito ergo sum
schiacciato alle ringhiere come fans ad un concerto
mani dure come chele, il pianto perso nel vento
il tempo mi costringe il cuore a un pezzo di cemento
e desidero legarmelo al collo sempre più spesso
non sono un nome, non sono un viso, né una parola
vento a cinquanta nodi che stringe un nodo alla gola
il mare che ruggisce sangue e ci divora
in bilico tra morte certa e vita nuova
chi arriva prima a riva la spunta finchè
non ti strappan le radici come kunta kinte
ho imparato a vivere nelle valanghe, cliffanger
per cui “salve, salvini!”, come ned flanders!
scampato a una fossa comune, alle dune
alla fune, agli incubi, freddy krueger
alle rughe, al terrore che ti incute
uscire dal fango ed esser mostro della palude
oggi mi piego per un domani più disteso
perchè il mio eco non ti gonfi l’ego (ti gonfi l’ego, l’ego)
il sollievo è il primo respiro in cui non annego
se non capisci puoi chiamarmi…
(se non capisci puoi chiamarmi…)
negro

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