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lirik lagu un giardino – carlo corallo

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[testo di “un giardino” ft. funk shui project]

[intro]
corallo, funk shui project

[strofa 1]
come fossi in ufficio, criticavi quel mio fare tardivo
agli incontri non ero mai il primo, in modo infantile
e l’unica volta in cui sono venuto in anticipo
tu hai dovuto continuare ad aspettare un bambino
in compenso ho trovato un nuovo posto magnifico
ha il muro ingiallito a tratti, ma con davanti un giardino
ora, in alcune città il giardino è una foresta
in altre ancora come questa è un’aiuola, un gradino sopra
all’inizio ci servirà un rodaggio
capire che se pianti solo mozziconi non nasce il tabacco
ma ci abitueremo piano, poi vedremo il tulipano
il ficus, il melograno, il timo crescere timido
spesso ti pungerà il dito
lo stesso arbusto dal cui fusto a volte cade il tuo frutto preferito
e comprendere questo principio è la chiave di volta
per chi vuol stare vicino, per una coppia
passeremmo delle ore in cucina per una volta, ah
con delle spezie colte appena oltre la porta
cimentarci nella carbonara o nella norma
esaltandoci anche per un sapore che è nella norma
quanti piani, poi l’amore cambia forma, perde forza
e non senti più la scossa nelle ossa che ti folgora
il vento me lo ricorda, porta dentro una foglia
con una scarpa la spingo in strada verso la folla
la stessa strada dai cui prendevi la metro
chissà se corri verso loreto con un fiore dietro l’orecchio
o verso un uomo concreto, più vecchio, disposto a darti un anello
anche solo dopo essere andati a letto
scommetto che ignora il verde o ne è allergico
e che gli hai detto dell’aneto con il solito aneddoto
dell’appello in cui l’hai messo come un amuleto
tra le pagine dell’amleto che non hai mai letto, ammettilo
[ritornello]
io vorrei sapere
dove ti trovi adesso e metter le radici
che i fiori restano solo sulle camicie
se non sei felice di cambiare davvero
e poi vorrei vedere quella tua cicatrice per l’appendicite
andare un po’ più sotto e placare ogni lite
potremmo riuscire a riiniziare da zero

[strofa 2]
e ci rivedremo in centro, fingendo un sorriso stupendo
tipo nel giorno dello stipendio
ed andrò scrivendo della scena di quel riserbo
la cui stele di rossetta è la tua scelta di rossetto
poi ci penserò col tempo a dicembre
nel freddo che ghiaccia le aiuole
fa muovere le tende come un tendine
tu lo farai al semaforo nel traffico
entrambi avremo lo sguardo impaziente
di chi attende che arrivi il verde
nel mese in cui il sereno dà terreno fertile alle erbe
ma in noi non è cambiato niente
e rappresentano le nostre incoerenze da capo
perché potrei prenderle, farci un passato
e dopo dartelo come presente
nuova persefone, tu non tradire la sete
per cui non basta tutta l’acqua che qua annaffia le siepi
o quei giorni con gli occhi pieni della pianta della lavanda
saranno solo la lavanda della pianta dei piedi, ma vedi
ora che siedi mentre spieghi le dalie
a una te in miniatura uguale con le ginocchia sbucciate
non sentirti fragile se addolcirti ti viene naturale
questo significa maturare
[ritornello]
io vorrei sapere
dove ti trovi adesso e metter le radici
che i fiori restano solo sulle camicie
se non sei felice di cambiare davvero
e poi vorrei vedere quella tua cicatrice per l’appendicite
andare un po’ più sotto e placare ogni lite
potremmo riuscire a riiniziare da zero

[outro]
potremmo riuscire a riiniziare da zero
potremmo riuscire a riiniziare da zero

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