lirik lagu 1630 – clone
[strofa 1]
sono il vento siberiano sopra i teschi, nada dasvidania
mi detesti fra, come van helsing sulla strada per la transilvania
kamikaze software, contenente ram
plastico piazzato, ne esci gambizzato col tenente dan
sono il petrolio sulle ali dei gabbiani in volo
torno in patria con il canto degli inti-illimani in coro
sangue dai palmi, tra le mani il conio da pagare
farti lobotomizzare il cranio in questo manicomio
sono il marchio sulle porte, “the village”
arrivo di notte come jack, per le mignotte, nel vintage
vesto le desolazione come pelliccia, razza meticcia, pr-nto alla missione, hare krishna
sta merda è infetta col vaiolo, non si compra in oro
vago in questa città maledetta, senza mos maiorum
sputo barre al nitrato d’ammonio sin dal fasciatoio
senti il fuoco sulla pelle come sant’antonio
[ritornello]
sono la peste del 1630, flow da virulenza
qui dall’entroterra, arriva dentro e afferra
il nuovo torquemada che qua sparge benza sulle nuove streghe
c’ho sangue e violenza per le nuove leve
sono la peste del 1630, flow da virulenza
qui dall’entroterra, arriva dentro e afferra (sono)
la scintilla sul kerosene che infuoca (sono)
la pistola calda, nella favelas carioca
[strofa 2]
al micro io un soldato scelto, tu sei bravo a meritare
un d-ld- acc-minato, dentro l’apparato genitale
sempre tutti contro, sono pr-nto a denigrare
ogni colosso finchè lascia il posto, pr-nto ad emigrare (sono)
u b-st-rdo senza gloria, come quentin
il boia che ti scuoia e non colora, body painting
p-sso, lascio il paesaggio desertico
non mi fermo manco con un proiettile in faccia, alla frank serpico
senti mo, g.romero sulla traccia
sono i p-ssi della morte, sputo un flow da zombie a caccia
il tempio va in rovina se ne sparo un’altra
il morbo fa uno scempio, sono l’empio che cammina come ad amunaptra
volevi la fotta, io ho le bombe accese (zitto e ascolta)
io ho la voce che ti sciocca, delle ombre scese
non mi interessa delle vostre intese
tu sei una barchetta rotta, pensi che si fotta con la flotta inglese
[ritornello]
sono la peste del 1630, flow da virulenza
qui dall’entroterra, arriva dentro e afferra
il nuovo torquemada che qua sparge benza sulle nuove streghe
c’ho sangue e violenza per le nuove leve
sono la peste del 1630, flow da virulenza
qui dall’entroterra, arriva dentro e afferra (sono)
la scintilla sul kerosene che infuoca (sono)
la pistola calda, nella favelas carioca
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