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lirik lagu la casa è un diritto – comitato

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[testo di “la casa è un diritto”]

[intro]
“ho un breve annuncio da fare” (comitato)
“non permettete che nessuna provocazione” (comitato)
“crolla la speranza nella realizzazione”
“l’altra parte del mio paese”
“fate che tutto il mondo venga a sapere la verità” (comitato)
“un criminale”
“il comitato”
“un crimi”
“il comitato”
“brutta storia”
“il comitato”
“un criminale”
“il comitato”
“un criminale”
“il comitato”
“un criminale”
“il comitato”
“un criminale”
“il comitato”
“un criminale”
“il comitato”
“un criminale”
“il comitato”
“un criminale”
[strofa 1]
questa storia me l’ha ra*raccontata un amico
l’ho riscritta a rime e ora ve la dico
abitava in una casa a milano
piccola, al sesto piano
avevano lo sfratto
e dopo quattro anni li b*ttarono fuori
per quei malanni che lo stato non riеsce a curare
la casa è un diritto, sì
ma i politici non sanno che farе
tornato da scuola c’era già lo sbirro comunale
“liberate la casa” disse in modo esemplare
andarono al comune per l’assegn*z*one di una camera d’albergo
come sistemazione
ma tutta la notte dovettero aspettare
con rabbia e umiliazione, perché nessuno li voleva
lo sfratto a loro non rendeva
suo padre era stanco, un vecchio pensionato
ma aspettò con calma, seduto, assonnato
la sua casa non era più niente
giustizia per tutti, per tutta la gente
questa storia non la sto inventando
seriamente te la sto rappando
nel modo in cui mi piace
sulle ingiustizie troppo si tace
[ritornello]
se la casa è un diritto
è un diritto ammesso e non concesso
se la casa è un diritto
è un diritto ammesso e non concesso

[strofa 2]
la casa è un diritto, sì, diritto dell’agiato
perché è questa la realtà
che sia dannato chi sostiene questo tipo di società
chi la voglia di cambiare non ce l’ha
chi dire non sa cose serie
ma è furbo
fanculo se è nessuno o se è qualcuno
io ti dico: “pugno chiuso”
illuso, fuso
ottuso, sei deluso, sei confuso, non ancora concluso
senti di nuovo il dolce stil novo:
passarono otto mesi
lui li ha contati
gli ostacoli molti son stati
ma un giorno la casa han consegnato
una casa popolare del comune, come viene chiamata
in un quartiere di gente semplice
ma anche di ladri e drogati
lasciati a una sorte di eterni emarginati
quartiere di emigrati di qualsiasi razza
la dura società li spazza
i politici son fieri e a casa ti scrivono:
“la casa ti abbiam dato”
ti chiedono il tuo voto in cambio del favore
votare per loro ma che grande onore che ci hanno conferito
sapete che vi dico?
si mettano in culo il loro voto, più sporco che pulito
questa è la fine di una storia
che allude a una triste memoria
veramente vissuta nello stato italiano
ha dell’incredibile, perciò ve la rappiamo
più ci penso, più non riesco a stare zitto
soprattutto perché quel cazzo d’amico si chiamava zippo
[ritornello]
se la casa è un diritto
è un diritto ammesso e non concesso

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