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lirik lagu universo di passaggio – crisma

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[strofa 1: crisma]
a pezzi in un mare di niente
assieme ai resti di un dio minore
qui sono uguali sia sua altezza che lo schiavo
se la brezza e lo spago si feriscono senza una ragione immerso in un mare d’argento
scrivo lento contro il vento sono argento vivo
resisto mentre aumento il passo, per così dire
se respiro sono mezzo pazzo
dov’è la fine, dov’è la fine
la cerco ma sento che non c’è
come le regole del tempo е quelle biologiche
solo obеlischi di cemento e colonne di marmo bianco
in una nube buia
notte senza luna dentro all’occhio del tornado

[pre*ritornello: crisma]
limbo tra pace e follia
la galassia dei sogni, la via lattea del pensiero
le stelle portali, i pianeti castelli in rovina
che galleggiano nel mare d’argento, talvolta bianco o nero

[ritornello: jodywallacee]
non ho mai visto niente del genere
ho mai sentito nelle deliranti storie di un saggio
difficile da credere ormai
che esista un’universo di passaggio come no
un mare di guai, predoni astrali stremano nel sonno un villaggio
non dare mai niente per scontato
divinità morte sono le fondamenta delle città
[strofa 2: crisma]
“avventuriero, cosa posso fare?”
dissi a ciò che mi sembrava un uomo a bordo di una nave
ma mi guardò male
guardò il cordone
prese lo spadone e provò a dividermi dalla mia proiezione astrale
scappai più veloce del vento
ho sbagliato lo ammetto
in cerca di un seguace di zerthimon
da cui sentirmi protetto
ma non lo trovai, non lo trovai (non lo trovai)
è come cercare un cristiano in mezzo all’oceano indiano
ti arrendi, vedi solo il blu tutto il tempo
volevo tornare in me, mi sentivo perso
il portale giusto era quello d’argento
limbo tra pace e follia

[pre*ritornello: crisma]
limbo tra pace e follia
la galassia dei sogni, la via lattea del pensiero
le stelle portali, i pianeti castelli in rovina
che galleggiano nel mare d’argento, talvolta bianco o nero

[ritornello: jodywallacee]
non ho mai visto niente del genere
ho mai sentito nelle deliranti storie di un saggio
difficile da credere ormai
che esista un’universo di passaggio come no
un mare di guai, predoni astrali stremano nel sonno un villaggio
non dare mai niente per scontato
divinità morte sono le fondamenta delle città

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