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lirik lagu giovaneshawnmichaels – d.o.c. (it)

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restare coi piedi per terra, lo sai che non basta
storie d’autunno e valigie di carta
bouquet in un tasca
mischiando tabacco a fiori di lavanda
a piedi nudi su lastre iroko
funambolismo e sensi di vuoto
dove non c’è mai campo visivo come punti di vista da un periscopio
seta che fascia un corpo di donna
occhi di ghiaccio e aroma di colpa
come è un serpente che cambia pelle ma non la sua natura da yuki*onna
«com’é sentirsi insignificanti?»
noi non siamo mai stati così vicini. solo quando ci vedono più distanti
come le città viste dagli aeroplani
tutto ritorna ed aspetto zitto
ma se il tempo è denaro, il mio tempo è un vizio
oggi va male, ma si sta bene, е poi contare le ore, solito circo
vеdo mio padre dentro allo specchio
vedo mia madre ed ogni suo inverno
pessimo esempio, lo ammetto
ma quanto zzoca ci cambia il tempo?
vero che ho solo un unico impulso
soffrire, come se fosse giusto
perchè ho messo me stesso, mia madre, mio padre, i miei poto ed il nogra davanti a tutto
pioggia salmastra sotto il diluvio
riesco a sentirne solo il profumo
e poi comporre delle acqueforti perchè in fondo non è questo il vero lusso?
nеlle tasche mille dubbi
nel riunire i più punti
e rimparare a non accettare caramelle dagli sconosciuti
ma siamo nati per farci male
volersi bene e piangere sale
fare l’amore finché conviene, fino a quando non è soltanto scopare
«odio su tela, cosa dipingi?»
cuori sp*ccati, puttane e dischi
dal non parlare per settimane per finire, poi, a fotterci le laringi
chiavi di casa, c’è qualche traccia nella mia stanza, si, di quel trucco che si frantuma ma la tua pelle, sai, ci si intona
lascio che vada come se fosse mentre riempi solo due sacchi con le tue cose dal guardaroba
non ho più tempo e scusa se insisto e so che non basta, sono di fretta perciò ora esci e chiudi la porta
bella nei modi più indecorosi
se penso a come vorrei che fossi
sorsi di syrah gonfiano gli occhi
distillo pisco da ogni mio guaio
e lo rovescio dentro ad un vaso
di calle rosse che ho malcurato
baci su labbra rosé
lividi in pasta d’henné
vomito sopra le clér
conto i giorni, tous les mêmes
occhi diventano un prisma
pressione in calo à la frida
tazze di tè, note di nilla
scorrono refoli fra le mie dita
perso tra i fumi dell’ephedra
il tuo moprofu nella federa
cuore coperto dall’edera
ed amo pour ceux qui n’en ont pas
calma, calma, sì, apparente
sippo infusi di tagete
vite traverse, cose non dette
porto sul viso un storia da niente

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