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lirik lagu lui è morto – drimer

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[testo di “lui è morto”]

[intro]
e insomma, un giorno stai lì a bere il caffè e leggi: “lui è morto”
ma come è morto? lui?

[strofa 1]
quando sono nato c’eri tu
in un discorso alla radio oppure alla tv
nelle mie tute prese a buon mercato
nell’auto di mio padre comprata ad un prezzo agevolato
mentre crescevo tu c’eri
nelle foto dei giornali, sulle mura dei paesi
a casa, al bar, a scuola, a catechesi
avrei potuto disegnarti con gli occhi chiusi
in casa mia ci sono più di mille libri
mio padre ha contato in pagine i pomeriggi
ha sempre visto come stupidi i fascisti
e rimpianto i vecchi politici fino a giolitti
ma quel tipo dal viso rassicurante
sembrava averlo rapito all’istante
forse pensava che solo un uomo già ricco
non gli avrebbe alleggerito le tasche
parla dal duomo di milano col pallone d’oro in mano
più che un uomo è un marziano
nei giorni del g8 racconta del poliziotto buono armato
mentre io disegno gli scontri su un foglio fabriano
poi esco, cresco
e come ogni adolescente sano mi ribello
ma appena ho l’occasione di riflettere io
mio padre smette di essere un eroe, e il suo eroe di essere il mio
[bridge]
non credo di dover spiegare
anche perché non servirebbe a molto
anche fare una cosa poco intelligente come aprire wikipedia
basterebbe a rendersene conto
ma forse non vogliamo farlo
perché sarebbe un po’ come guardarci allo specchio
in fondo non odi mai nessuno quanto
chi ti ricorda così tanto te stesso

[strofa 2]
vent’anni fa un politico vara una legge
tutte le droghe per lo stato diventano uguali
vent’anni dopo arrestano un rapper
che sui social invita a votarlo dai domiciliari
potere, donne e soldi
sembra ormai essere tutto quello che ci muove oggi
mentre il tuo vicino muore scrolli
cercando escort nel paese dove andrete in ferie con le mogli
sembra tutto normale perché l’ho visto
su un giornale scritto, nelle puntate di una fiction
anche al servizio
potrei giurarti di averlo pure sentito in qualche disco
forse è stato lui il primo gangsta rapper
la prima storia di chi ce la fa e parte senza niente
costruisce una città, rende grande una squadra
dà lavoro a tuo papà e ad altre migliaia
e poco importa per il fisco, impoverito
per i soldi alla mafia che ha ucciso borsellino
come poco importa per il tuo vicino
c’è poca empatia sulla strada che ti porta a essere il primo
e lui lo è stato, come darti torto
rappresenterà l’italiano pure da morto
per questo quando è andato a rendere conto a dio
un po’ è come se gli stessi andando incontro anch’io
[bridge]
quando lui è morto volevo scrivere sui social
ma mi sono dato una regola nuova
aspetta ventiquattro ore
e se vuoi ancora parlare di una cosa, scrivi una canzone
e in un tempo in cui non puoi dare un’opinione su un fatto
e se non progetti ogni cosa al dettaglio allora è uno sbaglio
quando ha iniziato a essere tutto così noioso?

[strofa 3]
mentre le parole mi escono da sole
già mi preoccupo per il testo, per la canzone
forse è troppo diretta, esce troppo di fretta
“pensarci è buona educazione”, lo dice l’etichetta
nel frattempo, tra un meme ed un commento
il parere di ognuno è già stato espresso
col giornalista che domanda una reazione a caldo
quando il corpo ancora non è diventato freddo
è il fast*food delle opinioni
servite ovunque, tranne che nelle canzoni
dove come chef non osi
per la paura di essere un altro di quei rapper noiosi
e piano piano smettiamo di essere rilevanti
ignorando la realtà che ci sta davanti
ed è in questo mercato
che un bravo rapper torna in hype usando la sigla di un cartone animato
lascio andare le parole da sole
ormai sono diventate grandi
non penso alla cover, la comunicazione
se non le libero, non potrò mai liberarmi
l’unico brano con cui non cambierai il sistema
è quello che cancellerai stasera
in fondo quello stronzo ha sempre detto quello che voleva
noi invece no e forse è questo il problema

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