lirik lagu risveglio – eldomino
[verse 1]
mi ricordo che a suo tempo avevi gli occhi strani, ma tanto grandi quanto alieni, luce tra le mani. infastiditi dalle foglie o dalle chiome spoglie, impauriti come fossimo alle prime doglie
io mi sentivo come in volo in mezzo ai deltaplani, te eri a terra e mi guardavi e come ti allungavi, sulle punte come ballerine in prima fila, con il sorriso compiaciuto, chiudi tu la rima…
dai che sei capace, avevi iniziativa, avevo solo da imparare! il primo vero atto di una prima teatrale, il primo vero bacio di scatto dato in cima alle scale!
te eri così ansiosa, io così spettrale, anche un fantasma innamorato sai può farsi male!
ed era buio, era caldo, eri bella, eri dolce.. fissavo le tue guance rosse come rame
tu leggerissima di sopra, io con felpa ovvio, col cappuccio sulla testa quasi a mascherare, il mio volto ricoperto d’orgoglio, infondo ero lì solo per te e c’ero per restare!
ma a te nulla ti sfugge nel b-n-le, ricordi che leggevi i miei pensieri e lo sapevi fare, ed avveniva spontaneo, naturale.. ad occhi chiusi disegnavi il nostro piano astrale!
[rit.]
con lo sguardo in su, attaccati come bolle di sapone, dentro cui poter viaggiare
come a pigalle come dentro il moulin rouge, pareva che danz-ssi su di me..t’iniziai a sfiorare
tremanti dalla voglia, appesi ad una corda con l’universo sotto e penzolare
come liberi da tutto, dal mondo, come tornare in superficie e respirare. x2
[verse 2]
ricordo che a suo tempo avevi gli occhi strani, poi li guardai più da vicino, beh…lacrimavi. incredibile come un ricordo possa prima darti quel sorriso e poi strappartelo come quei cani. risveglio, mattina e sole alto, non sembra il clima adatto, ti penso e non ci credo affatto. di tutto ciò tu che ne hai fatto, tu di me tu che ne hai fatto, in più per me…cos’è rimasto? solo un -rg-smo
cuore spavaldo, animo più oltraggio, mani di ghiaccio seppur bollenti sul mio braccio
e’ ora che io ti dica buon coraggio, mio amore santo, sul cuscino quel profumo ormai ha un sapore aspro. e io che a innamorarmi ci misi giusto il tempo dello sbatter
d’ali di un rapace in piene alpi, non amo illudermi ma mesi fa lo feci, in ascesi sulla schiena, se fossi vera io te lo chiesi!
coi nervi tesi, come corde di viola, io e te appesi a malintesi e tutt’ora ogni certezza vola. e ora, neanche l’ombra con la luce appare, il boomerang non torna, mi hai lasciato andare…male. nel letto freddo siderale, stamane, “addio!” non te l’ho detto, fossi qui te lo vorrei urlare!
eri così ansiosa, io così spettrale.. bianca sposa, eri tu il fantasma a quanto pare
[rit.]
con lo sguardo in su, attaccati come bolle di sapone, dentro cui poter viaggiare
come a pigalle come dentro il moulin rouge, pareva che danz-ssi su di me..t’iniziai a sfiorare
tremanti dalla voglia, appesi ad una corda con l’universo sotto e penzolare..
come liberi da tutto, dal mondo, come tornare in superficie e respirare. x2
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