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lirik lagu molon labè – falce

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sento freddo cuore spento
gambe molli come un bel budino
con la penna in mano sto un momento vivo
pensi che sia figo, bello schifo
resto concentrato, un bel pachino
oppure sulle pare arso vivo
mi trascino con la pelle d’orso, tutto tumefatto, sono il redivivo
non ambivo a questo da bambino
mi ci sono svegliato come in jigsaw
senza chiavi, legato per terra
a fianco soltanto la carta e la penna
senza questo sarei stato, carne da officina un impiegato
ma da quando scrivo me la vivo
come questo testo accartocciato
lascio l’ombra sulla sedia come a nagasaki
lascio questi stanchi ma gasati
i palchi li ho sempre affrontati
pure dopo i pianti e le braccia pesanti
anni, anni, anni
che sbatto per terra che provo a rialzarmi
che abbasso la testa penso a vergognarmi
sto sempre di merda e non so mai che farci, vaffanculo!
testa al muro, come un rabbino
senza aiuto, così ho deciso
mi sono fatto il culo ma a cosa è servito?
ho voci nel cranio non chiamo lo psico
si prendono il braccio mi lasciano il dito
mi dicono almeno con quello ti spari, fallito!

imb*st*rdito
come un mastino in un sacco, picchiato, legato al soffitto
imb*st*rdito
come l’onesto inculato soltanto per sfizio
imb*st*rdito
come i bambini soldato in brasile, il mondo che dice?
veniamo in pace puntando il fucile
imb*st*rdito
piegato sui gomiti vomito bile, non sento che fame, ho voglia di uscire
imb*st*rdito
ho smesso di urlare tanto non mi senti, mi dici chi ha il pane non ha i denti?
e allora ti mordo con le gengive

più picchi più stringo
più picchi più stringo
più picchi più stringo
più picchi più stringo
più picchi più stringo
e allora più picchi più stringo
più picchi più stringo
più picchi più stringo
più picchi più stringo
più picchi più stringo
e allora più picchi più stringo
più picchi più stringo

mi muovo come il maremoto
c’è il mio compare, pare sakamoto
tu sembri sumatra se entriamo nel posto
abracadabra in un gesto ti sposto
non l’ho mai chiesto
non mi nascondo
sego il talento
sborro sul mondo
fatto centro
lo fecondo
me lo sento
è il mio giorno
rappare per fare dei soldi
è come combattere per i cerotti
senza motivo sicuro soccombi
la vita è una tipa se vuoi te la bombi
essere vivi comporta dei costi
fatti ‘sto cazzo di libro contabile
abilità è sapere come porsi
tutto il resto è solo un mucchio di chiacchiere
sbattiti come le nacchere
guarda negli occhi di tutta sta gente
stessa voglia di combattere
solo in un’iride differente
la storia è la stessa da sempre
dai tempi dell’eden
qualcuno ci vuole divisi ci vuole incapaci di volerci bene
potessi lavare i cervelli dall’odio
dal peso, dal sentirsi solo
potessi con questo riempire il mio vuoto e tornare a quell’unico globo
sarebbe un bel giorno, ma l’unico modo è restare all’in piedi

gridare io vinco, io vinco, io vinco, io vinco, io vinco
e più picchi più stringo

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