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lirik lagu autotela – fast fool

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pagine su pagine d’introspezione
spezzoni dell’essere assemblati in più parole
milioni di lettere rivolte a me che portano il mio nome
se vanno lette tra le righe, quale mezzo d’espressione?
questo inchiostro * mi fa da testimone
attore * del mio copione
l’atto di scrivere è il timone
se ci si è persi e tu pensi
che pеr trovarsi in mezzo al resto basti una canzone?

i
rapprеsento solo me senza finzione, senza maschere
ma solo se le indosso sono pr*nto per combattere
qui… dimmi chi è che non le porta?
anche il più forte si nasconde dietro un’aria disinvolta
ma se è tutto un prenderci in giro * a chi ci rivolgiamo?
tanti giri di parole * le riavvolgiamo
come un nastro, senza coinvolgimento emotivo
attaccati ai nostri schemi come a un nastro adesivo
siamo parti di un intero, però non ci incastriamo
a ciascuno il suo sentiero che percorre in solitario
attenti soltanto al nostro campo * visivo
non vediamo manco i visi * di chi sta accanto
ognuno chino alla sua tela a realizzare autoritratti
è così che ci esprimiamo e comunichiamo agli altri
poi si fanno squarci per cercarci una via di fuga
siamo ostaggi di una tempera che non si asciuga
ii
tutti bravi critici ma si fermano all’incipit
non si cimentano realmente a capirti
non vanno più di tanto a fondo nel racconto
sprofonderebbero anche loro nel tuo mondo
fatto di troppi punti di domanda e nessuno d’approdo
vogliono un senso di scopo per colmare il loro vuoto
non possono addentrarsi
incontrerebbero sé stessi
perdendosi nella catarsi
non è facile parlare di sé neanche tra sé e sé
immagina spogliarsi dei complessi e dei perché
che ti hanno portato a certe conclusioni
davanti a un pubblico di iene e di avvoltoi
pr*nti a mangiarti se ti fai un poco più debole
ma se ti fai più forte si comporta come pecore
il tuo incedere è il loro cederti il campo
cercano ordini da un nuovo capo branco che prenda il comando

iii
il tuo racconto è tratto
da un altro
di qualcun altro
che a sua volta
di volta in volta
fa altrettanto
mai un disegno dal vero
solo copie di copie su copie
sei diventato bravo a fingerti sincero
ci si cura solamente della tinta che si usa
mai dell’intenzione in essa che è racchiusa
superficiali queste rappresentazioni
mai qualcosa che rimanga scolpita nei vostri cuori
opere d’arte atemporali, scritte in più puntate
le curiamo così tanto, sono malandate
ma mai andate in porto, da nessuna parte
siamo anche e soprattutto tutte quelle mai fatte!
tutti vogliono lasciare la propria impr*nta
come se fosse l’unica cosa al mondo che importa
d’altronde pure il sottoscritto è vittima del suo scritto
un delitto consapevole, l’ho letto e sottoscritto!
iv
dietro a una maschera ce n’è un’altra soltanto
non c’è alcun identità * è tutto un incanto
tutti identici ma ci dimentichiamo d’esserlo
siamo tessere di un puzzle che altre menti tessono
le debolezze come tutti, ognuno ha il suo punto
ma si accusa sempre senza * guardarsi prima dentro
la chiamano coscienza ma non è che un tarlo
ci si spezza l’esistenza nell’intento di ascoltarlo
ti ricordano ogni tua mancanza per ricolmarla con la loro ansia
poi rimarcarla a oltranza, fin quando l’organismo ansima
questo è il meccanismo e sono sazio, ne ho abbastanza
al di fuori della cerchia non c’è scampo
ci muoviamo solo in cerchio tutti fatti con lo stampo
è tutto un circo e devi stare a loro gioco
cerca un’altra traiettoria, ti marchieranno a fuoco

uno, nessuno o centomila: non so chi sono
chi crede di saperlo grida, ma nel frastuono
l’uno con l’altro in fila, nel grande coro
ma alla fine della fiera, tolta la cera è solo

rit
pagine su pagine d’introspezione
su pagine su pagine tasselli dell’essere assemblati in più parole
pagine su pagine su pagine d’introspezione un mezzo d’espressione
pagine su pagine d’introspezione
milioni di lettere che portano il mio nome

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