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lirik lagu parkour – flow nasa

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[strofa 1: asak]
io non facevo a pugni quindi chiamavo j e gli voglio bene
l’ho beccato faceva sparring con le catene
dopo non si è più fatto vedere per un po’ ma l’ho beccato che si faceva 3 cameriere
se vuoi venire al parco sto per fare su
m’hanno detto che hai reccato un pezzo anche tu
inizia a cantare nella testa ho un dejavù
lui che canta alle medie con un paio di chili in più, ah
finivano le medie, amici di amici mi presentano quеsto fede
non so chi cazzo è, peró nеl freesta è buono
non conosco nessuno che rappa con questo tono, ah ye
dai fammi sentire, patta mi ha detto hai fatto un pezzo che fa impazzire
gli ho risposto che non ha ancora sentito il mio
ora quanto sp*cca flow nasa fra porco*
ero in prima superiore, scrivendo sopra il banco
non conosco nessuno però ho un ragazzo di fianco
mi chiede “cosa ascolti?”
io sono in fissa col rap italiano
vuoi sentire qualcosa? io ascolto l’americano
allora bella con piacere gli dico
di metter su qualcosa di forte, mi mette i migos
penso finalmente, non è molto comune conoscere qualcuno che ascolta qualcosa di figo

era quasi mezzanotte quando presi botte
ricorderò quella sera
nasa non si fotte, dono tempo al tempo, sono via col vento e spera
che esso non ci sposti non ti devi ostinare non ci spostiamo
a meno che tu non conosca nettuno, la sirena abboca all’amo
vado a pesca nel fango, pulisco le strade col pianto ho il palmo un po’ sudato
sarà l’ansia o la vita che corre ed io voglio una pausa fra l’ho meritata
è per questo che rappo da solo sopra il mio terrazzo mi sento ispirato
sarà l’aria o la dawee, non sprecati perché

[ritornello: asak]
la vita corre come parkour non si ferma
chissa se poi troveró qualcuno di meglio
le parlo con la siga in bocca e non capisce
io non capisco se era un sogno o sono sveglio
come alle medie con la goleador in bocca
si torna a casa se la campana rintocca
adesso ho lei che se ritorno mi rimbocca
le coperte come fosse la mia donna

[bridge: asak & bearry]
le mie mani sul manubrio, le tue mani in tasca mia
stringi le ginocchia alle carene, quando senti le sirene
le mie mani sul manubrio, sento che la nostalgia
mi riporta a quell’estate, cena senza le posate

[strofa 2: bearry]
a me da sempre mi è piaciuto stare in disparte
tenevo giusto due o tre amici e sono distanti
dai tempi su due ruote in due coperti di graffi
con il mio sguardo silenzioso un po’ come i gatti
ricordo ancora i primi ascolti, con mio fratello
sta roba ce l’ho ancora in testa, ritornello
e in casa con due mila dischi ma zero wi*fi
imparavo che le leggende non muoiono mai
e fu così da fibra a salmo, so ancora gli album
crescevo intanto e coi loschi al parco conosco il canto
e conosco ambro, facciamo branco, uniti da passioni e molto altro
e fra sotto un palco quanto ho sudato
la prima volta, fu come a casa, c’era anche asak
“devi sentire come rappa” diceva patta
coi miei compagni ho visto nascere la nuova scuola
con astro abbiamo detto “è spreco se non ci si prova”
quattro di notte in un parco, le bocce di alcool, le botte che forse avremmo meritato
gli sbirri si scappa ma è un vicolo cieco come questa strada se non mi ci levo
lacrime di ma, negli occhi di pa’
pensai delusione non riaccadrà
con me ho questo rap
so che è dura qua
ma se non la trovo mi farò una chance yeah

sta vita va veloce, come noi stretti su un motorino
forse ci proverò, tra la leggende per non morire
sta vita va veloce, non voglio vivere un giorno uguale
forse ci proverò ho detto forse ci proverò

[ritornello: asak]
la vita corre come parkour non si ferma
chissa se poi troveró qualcuno di meglio
le parlo con la siga in bocca e non capisce
io non capisco se era un sogno o sono sveglio
come alle medie con la goleador in bocca
si torna a casa se la campana rintocca
adesso ho lei che se ritorno mi rimbocca
le coperte come fosse la mia donna

[bridge: bearry]
le mie mani sul manubrio, le tue mani in tasca mia
stringi le ginocchia alle carene, quando senti le sirene
le mie mani sul manubrio, sento che la nostalgia
mi riporta a quell’estate, cena senza le posate

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