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lirik lagu giorno 23 – ghetto blatta

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[vixi vox]
oh
con questo beat ho più bava di conte…
e’ l’occasione che nel flusso costante
compare ponendo interrogativi al giornaliero
che poi mi chiedo quando scompare la voce
di un’idea che balena
assimilando il soggettivo e il casuale
se è debolezza l’essere sensibile c’è stato un guasto
nel sistema che regola il nostro vivere
parlare nei sogni che faccio perde il suo valore
se mi svеglio non padrone del mio umore
e non ci capiamo, ci sfiguriamo
convinti chе in tutto si possa trovare
solo il giusto o ciò che è sbagliato
priviamo spettri di sfumature
numeri tondi di percentuali certe, niente si discute
io c’ho perso le speranze
non lotto perchè tanto si è spento
l’unico senso che avevo custodito
in nubifragi di domande
in questo 23, tutto è scomodo a me, me…
in questo 23…tutto è scomodo a me

[djambo]
ehi, ehi, ehi, ehi…
ebbene si
mi sento il nemico immaginario di me stesso
perseguitato da quando sono nato disegnavo con il gesso
esprimevo desideri e idee su un diario mal messo
prima che questo mondo andasse al contrario lo stesso
hanno scoordinato gli assi
quale dio o chissà chi ci lancia i sassi
solo chi sa osa e li posa senza preoccuparsi
se smette è perchè in pausa ci fa scherzi pazzi
qui non si è mai sazi
pignorano gli spazi con palazzi
nubi di fabbriche e clacson di taxi
torniamo a casa è tardi
ma già stiamo a casa
anzi chica puoi farmi tutto quello che vuoi
se tu vuoi, tanto non mi tangi
al posto de gli occhi i cuori
li mortacci tuoi quanto mi invogli
e vuoi che io ti mangi
no come i tartufi del signor maggi
(ma son tartufi questi signor maggi!?)
strano non mi annoi
se ti invito su, diventiamo blu
fino a quando non ti spogli
[dr. diè]
ci salviamo con la musica baby
comunicando tra i silenzi, stando insieme
senza poteri diffondiamo la magia
che se chiudi gli occhi, ti può portare via
con djambo il mio vicino cerchiamo un ritmo
imparando a starci davvero vicino
per non sbandare e andare dritto
aldilà di ciò che già nasce in una breve distanza
ma è la vita che mi ribastona proprio qua
un checkpoint, dall’ultimo ‘o la và o la sp*cca’
amaro come il perchè del ‘blatta’
questa natura fiorita dal ghetto
brutto aspetto che distacca
non lo so quanto mi difenda ‘sta corazza
che mi tiene in silenzio quando si parla
che grida sola per la pressione troppo alta
che stanca la gente che mi ama e la distanzia
paura di ciò che mi ha calpestato, schiacciato, ridicolizzato
odio che vomita solo se pensato
tutto ciò che ho perso non torna
ma continuo ad aprirmi
purchè il momento non parta

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