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lirik lagu a cena coi rimorsi – gli inquilini

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a cena coi rimorsi lyrics
[testo di “a cena coi rimorsi”]

[intro: daniel mendoza]
il mondo è un condominio, vive in moto continuo
tu punta l’obiettivo sulla storia alla quale sei più vicino
e mira ad orizzonte, segui le nostre onde
ti porto in un posto uguale a quello che hai di fronte

[strofa 1: daniel mendoza]
me la vivo trai parassiti, pervertiti, pappa, zoccole e banditi
ghetti scoloriti ed io giocatore tra i più incalliti
non c’è uscita tra quei bivi, senza soldi si fatica
e ci si fida d’individui loschi della malavita
la mia vita: errori quotidiani come papi
per i denari stretto dal nodo dei cravattari
fu per i dadi, per il poker, le slot e per la bottiglia
è così che rovinai la vita della mia famiglia
e sono notti insonni e cene a base di rimorsi
sognavo un taglio netto a tutto questo come i bobbit
so chi è che ha peccato, è lo stato che mi ha alienato
mi ha allevato a casinò e l*strini in cui sono affogato
e non c’è armatura, cura che mi protegga dall’usura
ed ho paura per la mia donna e per la mia creatura
è una sciagura e dio non verserà mai più una lacrima
ma il gioco è il diavolo e a lui ho venduto cuore e anima
[ritornello: daniel mendoza]
non è l’affetto che mi aspetto solo dentro un altro letto
è con lo specchio che confesso i danni di ogni mio insuccesso
ho costruito e poi distrutto tutto quello che più amavo
smettevo, speravo ma poi ne ritornavo schiavo
non è l’affetto che mi aspetto solo dentro un altro letto
è con lo specchio che confesso i danni di ogni mio insuccesso
ho costruito e poi distrutto tutto quello che più amavo
smettevo, speravo ma poi ne ritornavo schiavo

[strofa 2: lord madness]
l’ansia è la rovina famiglie del tremila
davanti a quel burrone sono il primo della fila
affina tecniche per uscirne ma non se ne esce
così fuoriesce il crescere del mio malessere
mia madre piange con le mie lacrime
fa smettere di vivere una simile immagine
e questo istante si fa più pesante
chi diceva di amarmi fingeva, ora che ne ho bisogno mi sta distante
la gente ti abbandona non ti mostra affetto
affatto, sono afflitto, hanno il cuore preso in affitto
in sfratto, insoddisfatto, sto soffrendo e non comprendo
mi abbatto, sbatto la testa sul soffitto
anni di cure ancora al punto di partenza
se dai un voto alla mia esistenza non arrivo alla sufficienza
pazienza, è un’altra crisi di panico a rendermi cieco
ma vedo nitida la strada del suicidio
[strofa 3: maya florez]
e questa volta è pure l’ultima e non verso più una lacrima
rivendo la mia anima a chi è audace per compranserla
sarò più forte del mio dio che da lassù mi giudica
so che tu puoi farcela, basta alzarti e poi montare in macchina
volare dritto dalla mia famiglia che mi odia
questa è la mia storia, non ho niente, solo droga
coca quella che mi trovo in tasca
polvere che mi portò disgrazia e una bottiglia dopo l’altra
persi la testa, nel ’98 persi tutto
il coraggio, la ragione, dissi: “adesso so che smetto”
sai, persi i miei figli, un marito a cui mentirgli
una famiglia ad accudirmi, una scusa per salvarmi
sempre, questo è quello che io ho in mente
una donna che non ha passato, il suo futuro e il suo presente
ma questa volta sarà l’ultima, giuro, l’ultima lacrima
restituiscono l’anima a chi è stato il primo a darmela

[ritornello: daniel mendoza]
non è l’affetto che mi aspetto solo dentro un altro letto
è con lo specchio che confesso i danni di ogni mio insuccesso
ho costruito e poi distrutto tutto quello che più amavo
smettevo, speravo ma poi ne ritornavo schiavo
non è l’affetto che mi aspetto solo dentro un altro letto
è con lo specchio che confesso i danni di ogni mio insuccesso
ho costruito e poi distrutto tutto quello che più amavo
smettevo, speravo ma poi ne ritornavo schiavo

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