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lirik lagu reussite – hazy m,il conscious

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intro:(il conscious)

la notte è un codice
tra queste stelle scorge una pista, covata da questa coltre, da queste nebulose
che le rivestono come a nasconderle
noi, come satelliti, siamo ancorati a questi pianeti
che sia per inerzia o per volontà di dio non spetta a noi decretarlo

verse i:(hazy m)

apro bocca e si sciolgono visi di creta
sangue asciugato su fazzoletto di seta
io mi sentivo in galera, chiuso stretto in quelle mura la sera
era solita la guerra con era
la fattanza avanzava a passi di danza
il fumo saliva lеnto, e io vivevo a stento
il malе che avevo dentro saliva sempre di più
nel frattempo ogni lamento pesava più del cemento
tutti tornano sempre usando la solita scusa
fondata da loro stessi
stessi futili pretesti che presti
amplessi falsi che adesso rinneghi
detesti i miei occhi, non sono falsi,ma riflesso dentro vedi
ciò che non vorresti, presto pensi di rifarti ma non ci riesci
dimmi cosa pensi quando vedi il tuo destino andare in mille pezzi
non mi serve che ti penti, homie, è insensato se non rendi, sprechi
specchi in cui ti specchi e poi ti perdi i tuoi concetti
inerme, al flusso del torrente
e sono rapide
parole taglienti affilate come delle sciabole
solite rose alla solita lapide
sai te
l’affetto che pongo e che provo in queste liriche
mica vivo nelle favole come vivi te
dal degrado, vita al margine
rime oscurate da scene più sadiche
date emblematiche incise sui muri
le fatiche vanificate dal susseguirsi di giornate più scure
verse ii:(il conscious)

e questa musica è stata un panno fra i denti
quando a piedi scalzi sui carboni ardenti smorzavamo sentimenti
in caduta libera come stelle cadenti
cercavamo sogni trovavamo solo pegni
ci siamo persi, tra troppe strade e mille compromessi
siamo schiavi dei nostri riflessi
un’altra notte tra miriadi di complessi
neanche mi riconosco più, marchiati come segni
allora dimmi, da me cosa cazzo pretendi
siamo come polvere tra vecchi testamenti
siamo come rondini tra questi cieli tersi
allora dimmi quanto costa essere se stessi
per quanto t’assomiglio, fidati, non siamo simili
ricavo questo inchiostro dai miei stessi lividi
queste cicatrici sono come stigmati
lo sbocco indissolubile da cui trapelano i miei incubi
ogni verso è una garza che si inzuppa
ma il sangue non coagula e cazzo come spruzza
quest’idiosincrasia sviluppa
odio te, la tua faccia ed ogni tua becera scusa
resti un’illusa, pensi di aver colpito il cuore
hai preso la nuca
mi sto rialzando ed ho solo un’altra buca
tra queste bende che mi vestono, un’armatura

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