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lirik lagu thagomizer – john faser

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[testo di “thagomizer”]

[strofa 1]
muovo i miei passi nel fango
dei nemici già morti sul campo
volti infelici di chi mi sta a fianco
mitragliatrici stanno cantando
corpi avvizziti riuniti nel rantolo
eco di un arto
il cielo è più caldo al congedo di un gambo
non vedo altro, perdo il contatto con chi mi sta accanto
disteso al suolo che guardo i f*giani
che se li imploro potranno aiutarmi
gli occhi ricordi di solchi lontani
una volta morti sapranno calmarmi
altro che armi, volevo ammazzarmi
questo da anni prima di arruolarmi
ho pensato a farmi raggiunti gli spasmi
assunto dei funghi fino a nausearmi
e adesso basta, striscio tra le ombre
illuminando questa notte con in braccio una carcassa ormai simbionte carne marcia che mi inghiotte
vedo forme farsi d’ambra
cento tombe colme d’acqua sotto ai salici
scrutando dentro al flusso la burrasca dominante
che il tutto rinasca dalla galassia sovrastante
ho preso parte a questo stupro, aggiunto tacche
tappe che ho raggiunto assunto bacche viola
dalle vacche latte munto che mi diede la parola
[interlude]
no, no, non morirò quaggiù
no, no, non morirò quaggiù

[strofa 2]
colpi negli occhi ormai colmi di dee
sento i rintocchi tra fossi e trincee
nel cielo stormi già forti di idee
cadono morti più forti di me
spari tra i monti nei tramonti amari
vari trascorsi nei folti vivari
cari ricordi sepolti nei prati
b*ttati nei fossi colmi di soldati
vorrei gridare ma chi può sentire?
scortando le bare per notti infinite
strisciando nei boschi li ho visti perire
nascosti da solchi di mille ferite
il sangue di selve risplende da secoli
sto cielo verde che rende famelici
al tuono solenne di un m16
muoiono stelle, dovrò sempre crederci
questi nemici non hanno più facce
tutto si fonde diventa fanghiglia
steli infelici non lasciano tracce
anche le ombre presentano ciglia
e adesso che brilla anche l’ultimo lampo
mi stanno parlando sentieri d’argilla
si fanno poltiglia davanti allo sguardo
al grigiore di un astro che ora mi somiglia
lascio pozze di veleno, secrezione che corrode il cosmo intero estroflessione d’osmeterium
forse il cielo questa notte perlomeno oscurerà l’arcobaleno
carpirà il male terreno

[outro]
no, no, non morirò quaggiù
(carpirà il male terreno)
no, no, non morirò quaggiù

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