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lirik lagu no me mires – kappa-o

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[verse 1: kappa*o]
sto coi miei mariachi a bere tequila del sudamerica
vedo che mi fissi come avessi la peste bubbonica
come se fossi hannibal o il fantasma di sodoma
non lo sono, y tú se dio para ya
vamos para ya, sennò qua finisce male
sto meglio a un funerale, che in mezzo a sti capr*nes
non mi fissare, me ne accorgo subito
praticamente lo puoi fare solo se sei strabico
non guardarmi, distogli lo sguardo
non sono mica come il fuoco che ti perdi nel guardarlo
cresciuto ai tempi del cazzo guardi, ricordi?
bastavano due secondi e partivano i calci
yeah, queste barre sono tipo un tributo
se non ti ho mai conosciuto no me mires pendejo (hijo de puta)
tieni lo sguardo abbassato
so mille modi per ammazzarti ma te li spiego dopo
(chupame la polla, cabròn de mierda
tu madre es un elefante marino)
[verse 2: santiegaz]
no me mires, guapo, che te mato, va’ per la tua strada
non ti fare il capo, sguardo penetrante da invasato
ciglia morbide e cosp*rs* dalla polvere e dal fato
dentro all’iride l’ignoto e la rabbia del condannato
pupilla scintillante, è un diamante incastonato
ed una luce al suo volere e non certo al suo passato
dagli occhi sgorga l’anima, animale domato (in più)
con la violenza rara che ti sbrana ogni macho
la retina descrive quanto è incline a fare il bene
sebbene ormai il bene sia un bene dimenticato
non dare corda alla sua cornea, ti sei fissato
ti spiace ma a lui non piace essere osservato
il sole non l’acceca, né gli reca alcun dolore
se lo provochi ritrovati nell’occhio del ciclone
là dove nel mio nome c’è solo il ghiaccio del nord
penetranti come gli occhi chiari di gustavo rol

[verse 3: virux]
non capisco il motivo per cui mi guardi così male
non penso ti abbia fatto qualcosa di così cattivo
tu mi guardi male, tuo figlio mi guarda male
tua madre mi guardava male già da ragazzino
che cazzo guardi in puro stile malandrino
scruti come l’obiettivo di una telecamera
vorresti chiudere gli occhi ma sei costretto a guardare
con le pinze alex di arancia meccanica
non puoi fissare la mia banda se c’hai gli occhi chiusi come un manga
la tua ha gli occhi neri come un panda
mi porgo una domanda
quello stronzo che sta chiuso là sotto fermo in un angolo perché cazzo ci guarda
occhio per occhio, dente per dente
anche l’occhio vuole la sua parte e quella parte la pretende
solitamente non faccio il prepotente
garantisco che il prossimo che guarda male le prende
[verse 4: zeto]
più mi fissi, più ti odio
più guardano strano
manco se man mano che cammini trasudassi odio
mai niente di nuovo, muovi passi su passi
ma sei sempre nei pressi dei cazzi loro
iniziano dal banco […] e persona omologata in cui non sto
non ballo e non faccio sport
poi nelle piazze, nelle strade accanto, signora!
guardi che questo è solo tabacco
avvolto tra le spire per lo stress di una vita meccanica
ci manchi solo tu, no me mires
perché sei fastidioso
pulce nell’orecchio del misantropo che vuole soltanto quiete e riposo
poso esageratamente apposta
la caccio bella grossa
specie se la tua vista non si discosta
fanculo la tua specie
io sto bene sulla costa opposta
incontaminata dalla vostra voce

[verse 5: black m]
col mio “cazzo cerchi” scrutami gli zebedei
collezionisti misti, tutti azionisti dei cazzi miei
cabrones con sombreros sui blocchi cemento a blocchi
dicono “estoy dormiendo” ma mirame esta sta haciendo
parece que no entieno, pero no lo creo chico
donde estas el problema, esplico, tiene algo co migo
ho il sole che mi brucia le pupille
il ferro che a contatto con la terra fa scintille, dille
che torneranno i tempi, ma ora vengo meno
se guardo la realtà dall’occhio morto di polifemo
nessuno può dirci un giorno dove arriveremo
lo sguardo mira in alto le orme sopra il terreno
anche la verità ha gli occhi falsi di chi nega
sapessi cosa avrà, ma non proseguirà alla cieca
sapessi amare non aspetteresti baci
mira come canto, triste come un mariachi

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