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lirik lagu storia di un impiegato – kiave

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[verse 1: kiave]

non ho più sogni, ogni sacrificio mi ha portato in un ufficio
al sesto piano di un edificio grigio
ragiono come un pc, pensieri in silicio
mentre l’inconscio bestemmia lo stato pontificio
straordinario e arrotondo il salario
giacca e cravatta messa come un cappio al contrario
il mio capo incarna tutti i clichè
sembra la fusione tra smaila e diprè

[ritornello]

ora ho bisogno di una vacanza
ora ho bisogno di una vacanza
ora ho bisogno di una vacanza
ora ho bisogno di una vacanza
non parlo di sabbia o di mare
ma di rabbia e di pare
questa vita è una gabbia
devo evadere
staccare
scappare

[verse 2: kiave]

la sera torno da lei, mi chiede se è tutto ok
io le direi che se potessi la tradirei
mesi che non lo facciamo e non parlo di scopare, ma di litigare
nessun contatto, tutto piatto, glaciale
mi chiudo in bagno anche stasera
mi faccio un’altra xxx sulla mia collega
anni che me la fa annusare e non me la dà
se avessi i coglioni la violenterei fuori da un bar

[ritornello]

ora ho bisogno di una vacanza
ora ho bisogno di una vacanza
ora ho bisogno di una vacanza
ora ho bisogno di una vacanza
devo, devo
andare via di qua
devo, devo
andare via di qua
devo, devo
andare via di qua
andare via di qua

[verse 3: kiave]

vita di merda, sembra una caserma vuota
prendo lo stipendio e lo rispendo, in t-sse e coca
lei non vuole che tiri, non le piacciono i giri
invento riunioni e mi sp-cco negli aperitivi
merito l’-ssoluzione, se medito la soluzione
l’eredito da mio padre che era un cacciatore
per le strade posso comprare qualche munizione
basta pagare per non dare alcuna spiegazione
ho già in mente il piano d’azione, san pietro è pr-nto a farvi l’audizione
nascondo il fucile dentro a un cazzo di borsone
un bidone di benzina per la conclusione
soluzione estrema, estrema unzione
il bello degli uffici in questa azienda
è che non hanno le uscite d’emergenza
in pausa pranzo restiamo soltanto in quattro
il capo, la troia ed un altro colletto bianco
parto dai primi due, il terrore li paralizza
il sangue schizza, il dolore li anestetizza
lascio per ultimo, dessert, il sosia di diprè
il primo colpo gli sp-cca la tazza del caffè
sigillata l’uscita la benzina scorre sul pavimento
come dentro l’adrenalina
fuori sento grida, dentro sto zitto
sorridendo accendo lo zippo
fiamme democratiche non badano a chi è povero o ricco
ora vediamo chi ne sta uscendo sconfitto
sento le fiamme alzarsi fino al soffitto, fine del conflitto
ho vinto

[ritornello]

ora io vi porto tutti in vacanza
ora io vi porto tutti in vacanza
ora io vi porto tutti in vacanza
ora io vi porto tutti in vacanza
andiamo via di qua
andiamo via di qua
andiamo via di qua
andiamo via di qua

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