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lirik lagu mai il sole(feat.fulo) – kmaiuscola

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[intro]:
2007,fulo

[strofa 1}:
che sono un malbrutto riconosco però il fatto è che
mi nascondo dietro un dito, ma dico che molti stan peggio di me
per me è un calvario contorto,ed io sono storto
duro dal tuo fare sù
documentario di un morto,risorto da un aborto
è un “salve sono troyman” questa è la tua gioventù…
o,m,a,t,o(o),t(ti),m(emme,emme),a(a,a),t,m,a(t),m(t),a(t),t,m(emme,emme),m,a(a,a,a,a),t(oh),m(oh),a(oh)

{strofa 2}:
*n*lizzando tutto al consumo dell’impasto che ho in mano
giriamo fumo musulmano con tabacco cristiano
con tasto grumo di grano,quantifica sto pacco che manca
i neri che fan ronda sotto casa chi li manda?
la banca
anche perché ormai è stanca di me
che il buffo è grosso ed è mare d’inverno alla bertè
profondo rosso e mi inverdo nella punto(?) sto al terzo mondo e me lo merito
ed io sprofondo nel mio debito
che finché non si estingue,sarà credito di malelingue
esternando con quello che succede al bar dalle 3 alle 5
la cavia di un malessere,sento d’esserne alle stringhe
sto pensando a bollegare,sto parlando con le aringhe
ormai, vivo in simbiosi con ste psicosi da disoccupato
un diploma già rullato e picciato
a palloma l’han fermato e a me uguale
io con lui dalla perquisa iniziale sul viale
fino al finale in centrale
quanti di voi hanno un etto nel cassetto a casa che fa star male
c’è ange che spera che non tocchi mai pisciare
io che bello mio,ci provo ad amare
pare che non c’è un rimedio
dall’assedio della sfiga,la mia sfida è un dito medio
ma la vita mamasita è il muso della mia famiglia
che ne accuso la mancanza,se a distanza 1000 miglia
muti merda finalmente non c’è un filo di vento
figlia del mio fallimento detenuto senza il commento
ne verrò fuori lo sento da sta conchiglia in cemento
il triumvirato mi sdriglia per il diveltamento
{strofa 3}:
e affogo tutto nel rogo di una combustione assistita
è un canapaio di rime da fecondazione a matita
metà smaltita tra alimenti che mi passa la rita
metà son cigari di sproposito per il buco che ha lo stomaco
per tutto come al solito da gagnetto col traffico fitto
qualche lavoretto e qualche sabato in dritto
ora col ciacco di sto etto,mezzo ci pago l’affitto
scoperto il peggio che spesso non mi gareggio ad ogni scirillio(?)
io, mi faccio schifo da solo
che perso il tifo che d’ora lo imploro
e che le ambizioni son armi
son droghe con cui farmi e strafarmi
più roba ho ambito meno son riuscito a meritarmi
son fuggito con i risparmi
disintossicarmi di vergogna dall’america alla spagna
non su un alba per chi sogna
stessa rogna stessa cagna
stessa fogna che mi bagna e che mi ristagna al limite
mi sento istigato al crimine
stessi impegni a denti stretti,sdegna i difetti con arrampicate sugli specchi ma non basta
a stento esterno gli affetti nel mio quaderno a quadretti, è mucha pasta que se guasta a me il pensarci mi devasta
per ogni fritto che ho, c’ho una mano grossa un bel pò
c’ho una pacca pr*nta e (?)c’ho un ammiraio robot
una casa muta in falò,un garage diventa uno zoo
io che di loro non mi privo, e senza non scrivo
io che vita avrei da operaio
comunque vada stessa strada e non che eviterei il merdaio
che se il mio granaio è sempre a corto,ecco perché sto assorto
io non sopporto più rapporto con chi mi da il suo supporto
il mio calvario è contorto oppure vedo tutto storto
ma il mio orto non da torti in ciò che è sporto
documentario di un morto, nel pollaio per aborto
fumo sto impasto di pare come un rimasto in riva al mare
{strofa 4}:
che a modo mio metto passione anche se sotto pressione
io che c’ho come l’impressione che me le chiamo da sole
che la depressione è un male a cui non si può da ragione
e che il tuo cazzo di cortile ti da stile,0 money
che un giorno all’altro del mestiere io prenderò decisione
tra una vita in cantiere e l’illusione di un altra ambizione
che siamo gente in estinzione
che per me bruti come noi non c’è mai il sole

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