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lirik lagu la titanomachia (dj caster rmx) – la kattiveria

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[testo di “la titanomachia (dj caster rmx)”]

[intro]
mio fido poseidone, io ti ordino di sollevare il vento e il mare: distruggi argo! e per essere certi che non resti nessuna casa e nessuna creatura, ti comando di liberare l’ultimo dei titani
ma…
il regno di acrisio deve essere distrutto!
sarai obbedito

[ritornello: murubutu]
su le mani
no, no non li senti nono, no
non li senti tu questi tuoni
no, no non li senti nono, no
scontri fra titani
no, no non li senti nono, no
non li senti tu questi tuoni
no, no non li senti nono, no
su le mani

[strofa 1: u.g.o.]
io non colgo la luce del giorno
la mia buia prigione la inghiotto e schiavo di sеrrami di bronzo
circondato da triplice notte odo
bocche rottе, corrotte dalle viscere, parlano (yo)
incatenato e poi gittato nel largo tartaro
regno d’ombra, lamento e pianto, percorro
il tratto tra ade e olimpo in un attimo, è un battito statico
prime menti, ancor prima dei primitivi tempi
piegan la cieca furia degli elementi, ma
preme perché in sé porta una forza oscura
urano evirato da crono, è il regno della forza bruta in natura
relegato in un profondo immondo luogo remoto
insisto, percepisco reale ed ignoto in toto, devoto del vuoto
[strofa 2: il tenente]
devoti a orizzonti di gloria, fonti di boria e di storia
titani! (ohoh) coglieremo una grande vittoria
furono tempi cupi man, furono guerre uniche, furono
tempi di nembi tremendi e catastrofi telluriche, furono
scontri di una guerra gloriosa, poi
liberarono i giganti e li nutriron di nettare e ambrosia
furia di sassi e massi, fiumi di fuoco senz’argini
qua scontri fra titani che apr*no voragini, ora
corpi indistruttibili, colpi irripetibili
scontri fra monti ai poli opposti sorti in posti irraggiungibili
tu giungi qui fra antenati lontani, fra
i titani bigliardi, bagni, valeriani e mariani ma

[ritornello: murubutu]
no, no non li senti nono, no
non li senti tu questi tuoni
no, no non li senti nono, no
scontri fra titani
no, no non li senti nono, no
non li senti tu questi tuoni
no, no non li senti nono, no
su le mani

[strofa 3: yanez muraca]
ah, seh
passi, cento pazzi
l’armata dei giganti pesta pietra, terre e massi
essi in marcia a capo chino, basta poco all’infinito
basta poco con lo scontro contro quelli dell’olimpo
intona il cupo corno di tritone
porta poseidone sulle note del terrore, in posizione, in postazione si alimenta prepotenza, la potenza dell’azione
il sangue di urano che fu una goccia sulla terra, di giù
diede vita alla violenza di una guerra in più
ma i giganti non cedono, alla guida c’è encelado
metodici procedono, gli armati della clava si scatenano:
rabbia, urla e bava, pietre, tronchi porta il cupo cielo
non prevedono che l’ira di zeus contro i cento d’alcioneo
l’ira di era contro mostri d’altro mondo
l’ira degli dei certi senza perdono
fuoco, fiamme, morte sotto il peso di un vulcano, man
fuoco, fiamme, morte sotto il peso di un vulcano
fuoco, fiamme, morte sotto il peso di un vulcano
[ritornello: murubutu]
no, no non li senti nono, no
non li senti tu questi tuoni
no, no non li senti nono, no
scontri fra titani
no, no non li senti nono, no
non li senti tu questi tuoni
no, no non li senti nono, no
su le mani

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