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lirik lagu boom – lilith_ #femalerapper

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cupo che si è riflesso a specchio
ja: capito
un, due, terzo dito alzato claro;
e tale parla, amico
dissociate verità a ricamo tra trama ed ordito
spara. boom dritto nel petto, premi quel grilletto, pr*nto chico!?
servito a quanto!?
restata in piedi, eppure, pesava quel manto
che me la lecchino, tanto tutti lingua, nient’altro
no, no, figurati, che offesa: ti sto arenando
sciacquati la bocca e nuota al largo, mi raccomando!

le toppe incollate su fondo bagnato
rabbia covata sotto sotto
scottava!? bruciato
mignotte a turno sull’argento, gin liscio annacquato
le confessioni a cuore aperto
tradita!? mancato
c***o vuoi, eh!?
che ti bruciava, man!?
ta*tante pisch*llеtte attorno, vuoi fottere mе!?
il mantra “fotti o sei fottuto” c’è?!
“ho una pistola” seh!?
tu sparami che mentre il colpo parte la mia ha fatto bang swag
forse ostentato, seh!
te*tento di comunicare che: ho in testa tutto step*by*step
viscidi flashback
ve*ventuno sul tuo cranio: black jack
2+1; 3: numero perfetto;
cade, niente re
anche la regina, semplice pedina, tipo (tipo) te
la strada consumatasi con la gola arrossata
della tua villa con piscina mai fottuto nada
guardarsi dentro, piano e infine ritrovarsi casa
libertà in gabbia, gelo, velo: l’ho steso, rugiada
viso pulito non occorre, non più: siamo in guerra
la testa alta fino a che lilith è sottoterra
[so*sottoterra]

[chorus]
differenze che si pagano: sarà l’età o un’idea!?
nel backup mentale, le memorie!? una marea!
parole severe, da quartiere: fossero vere
lungi dal vedere cattiverie in serie, da contea
giocando a shangai sopra i miei guai, cosa si crea?!
me ne andai in silenzio a passi scalzi da quell’odissea
da residui a scorie, sentenze, vittorie, assemblare storie:
dopo il botto, tacque la platea

essere fraintesi: prassi classica, bro
pareti crollate nei pressi dell’ennesimo show
i passi fatti incespicando: mosse sabotate
frasi registrate: statisticamente, azzardo statico
i think, i know che i parla parla fanno fumo e più di qualche danno
che c’ho rimesso l’autostima, in abbaglio, sbagliando
che serve chimica, lealtà; ma gl’infami al comando
tuttavia, l’inizio quantomeno, lo sto tratteggiando

sarà insano il dettaglio o la piega che ha preso
sarà vano lo sbaglio se lo strano è incompreso
sarà un lento travaglio se non dai il giusto peso:
ho leso il muscolo cardiaco, non si è più ripreso
io provavo a salvarla, tu stavi col nemico
lei la mente offuscata, tu quella del pentito
la meschina figura di chi aveva tradito
dalle labbra di chi annuncia d’essere amico
l’ironia che sale sui rapporti futili
brividi, da sale sugli squarci vividi
inutili piccolezze, coscienze introverse, manomesse, animi sudici
agire in peggio, esserne consapevoli
annaspi, resti in perdita
dubbi vivendo, ma procedendo di cinetica
io dentro l’epoca sbagliata, tu nell’etica
irrazionali suggestioni in epiche b*n*lità
[chorus]
differenze che si pagano: sarà l’età o un’idea!?
nel backup mentale, le memorie!? una marea!
parole severe, da quartiere: fossero vere
lungi dal vedere cattiverie in serie, da contea
giocando a shangai sopra i miei guai, cosa si crea?!
me ne andai in silenzio a passi scalzi da quell’odissea
da residui a scorie, sentenze, vittorie, assemblare storie:
dopo il botto, tacque la platea

tacque la platea

[lilith_]

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