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lirik lagu “scappa” – lustro

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[strofa 1]
fuggi da foggia non per foggia
ma per la gente che scorda, la gente che si fa e poi si scoccia
allatta come lupe, bambine già vissute
che sembrano raggiungere l’*rg*smo sopra i sedili degli scooter

e salti in aria come, se fosse un gioco dove
si salta in aria tanto dopo non si muore
chiedo perdono anche se non ho fatto nulla
già il fatto che ti guardi è qualcosa che ti disturba, le ore
scorrono lente e l’orologio in stazione mente
ora che ho chiuso altre ferite sulla pelle
non ci vediamo più, ma ci pensiamo sempre
soprattutto quando diamo del “tu” alla gente
puoi andare via dove vuoi ma sempre qua ritorni
ci troveremo in queste strade con i fossi
come dieci anni fa ma senza mostri
ci sei rimasta solo tu tra con gli amici nostri

[ritornello]
e quando tornerò, voglio che sia tranquillo
non dirti sempre no, ricordarmi chi sei e di chi sono figlio
volerò lontano, per non sentirti dire scappa
fuggi da foggia man, scappa, scappa

[strofa 2]
ti scrivo come se tu fossi in carne e ossa
come se potessi avere mai da te una risposta
come se una mia mossa, portasse a una tua scossa
forse hai un anima ma rimane ben nascosta

cara madre, giriamo il mondo a caccia di quel sogno
che pare irrealizzabile tra le tue strade
quello che accade, le tue lame, le tue lacrime
bagnano chi rimane, se non s’alza quando cade

i sacrifici di ogni padre per mantenere un figlio fuori
sono proporzionali ai tuoi dolori
i nostri cuori appartengono alla tua terra
ma è possibile che tu perda tutte le nuove generazioni
“fino a qui tutto apposto”, tutto ha un costo
il tuo non offrirci svago ma solo un posto
ha fatto si che noi ci creassimo il nostro
fatto di musica, parole, carta e inchiostro

[ritornello]
e quando tornerò, voglio che sia tranquillo
non dirti sempre no, ricordarmi chi sei e di chi sono figlio
volerò lontano, per non sentirti dire scappa
fuggi da foggia man, scappa, scappa

[strofa 3]
straniero già da un pezzo la territorialità
fiero della personalità mi plasma e mi possiede
come balli sulle sedie quando mi nascondo
e il mondo non mi vede non mi prenderete

cambio regole che avete, sp*cchi teste e tiri pietre
cerco stoffe più concrete come sogni che ne vestirete
rettili danno via la coda mischiano sangue e droga
le facce spugnate con i maglioncini rosa

sorpresa mattutina come quella nel taschino
non si muove più una foglia quando rimo
intruglio e fuochi saziano discorsi vuoti
carne sotto osmosi, sventrati in un’ora dʼaria
soggetti pericolosi ed è così richiusi tra mutare in capre
pretendere e viaggiare come la mia bocca sʼapre
senza collante tra la mia realtà ed il sistema
sembra scema ma è pura e non ti servirà la scheda

fammi il pugnetto e sclera, sorridi e batti i denti
con la sigaretta accesa portami in discesa
voglio soldi facili come la chiesa, fragile e sospesa
vellutata bocca amara colorata su rotaia come mi ha presa
buchi in testa da groviera per una pagina già stesa

[ritornello]
e quando tornerò voglio che sia tranquillo
non dirti sempre no, ricordarmi chi sei e di chi sono figlio
e volerò lontano per non sentirti dire scappa
fuggi da foggia man scappa, scappa

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