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lirik lagu traccobetti/zenigada – luten perso

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[strofa 1]
sto in un bad trip professore
venti a mio sfavore
spegni, o la confessione
darà venti colpi sui miei punti di pressione
l’impressione è quella giusta:
m’incolpo e pago il doppio
come subendo un colpo di frusta
ma fanno sgambetti sulla via
datti zappe sui piedi se il manico credi che non ci sia
non è mica allegoria, c’è poco di più concreto
di quest’altra pandemia:
quella di fotterci da dietro
tutti contro tutti, sceriffi in città
per duellare faccia a faccia con me serve la lealtà
per restare nella band non basta più saper suonar
ma tenere saldo l’obiettivo di far musica
bisogna fare il jazz vivendo, tu improvvisa
la botola qua sotto si spalanca e se ci caschi
non troverai appigli, né raggiungerai l’uscita
in questo corridoio stanno per rotolare dei massi
data la situazione questa data
è un 13 o un 17, insomma brò: una merda di giornata
balli con la pancia come chunck per entrare in casa
io ti sfascio la finestra, entro in scena come data
buccia di banana
la vita è un bosco, la morte imboscata
tocchi un mattone, spunta l’ascia
spero l’hai lisciata
se c’è un incrocio una strada sarà sbagliata
ma tu segui il naso e non far caso a chi segue la squadra
tutto quadra ma un quadro t’osserva
ti senti bene, ma c’è chi ti sente lì in caserma
sarà che c’è una cimice o sarà che c’è una talpa
gli animali sanno incidere sul risultato
è pr*nta la disfatta
alcuni braccialetti sai non passano di moda
puoi matcharli coi domiciliari e swaggi a casa, trova
stratagemmi se bussano alla dimora
non sai quanta merda manda giù il tuo cesso
finché la pula ti trova
[outro]
e’ uso personale
personalmente mi piace fare un tiro
finché l’ultimo pensiero qui tace
sto parlando del “vaffanculo le guardie”
‘sto posto fisso vi fa gola?
io in gola vi b*tterei le (oh yeah)

[cambio beat]

[ritornello]
zenigada
ma che brutta vita zenigada
zenigada, zenigada

[strofa 2]
io non elimino il mio timido, in un vicolo sto
con l’occhio critico mi illumino e mi giudicherò
sapore insipido il ridicolo e pestifero “no”
che dico al vivido svelare anche il più misero “boh”
un po’ crucciato, col volto corrugato do
tempo a soluzioni che non trovo, ma gli indizi noterò
un po’ investigherò, un po’ investirò quel tempo
con molta calma farò di un pensiero
trama da sgomento
sì, tu lasci tracce discutibili, ti serve un’alibi
fatta dagli abili ma fra i tuoi simili
mi lasci prove un po’ più che tangibili, scenari deducibili
io appartengo agli irriducibili!
tu sei finito da un bel pezzo
ucciso da una melodia, rimasto in un tuo loop melenso
fatto di gloria e successo
ma il crimine non paga affatto
e tu, ignaro di ciò, non hai badato neanche al prezzo. (luten!)
la mia lente zoomma prove, canta un nome
o scoverò e per te non sarà affatto indolore
hai l’indole del cantastorie
quelle manette stanno strette ed io
non voglio te ma luten, sta sbiancando la tua carnagione
misà tanto che ho ragione
ladri da quattro soldi scippano
ma il re dei ladri ruba e poi, rappa senza un soldo
continua a farcire questo fascicolo
non bada né a diritti, né al mercato, io ti giuro bro
non lo sopporto!
[ritornello]
zenigada
ma che brutta vita zenigada
zenigada
ma che brutta vita zenigada

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