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lirik lagu lunedì – macro marco & don diegoh

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[intro: forelock]
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[strofa 1: don diegoh]
ah, entrate tutto fai skip
occhi rossi come al tempo del liceo sullo zip
esco fuori da quei bus in ritardo, sporchi e vecchi
arrivato a fine mese arrampicato agli specchi
piove moskovskaya in console del mio dj
batte molto poco il sole ogni volta che non ci sei
tornare a casa ora o mai più
mostri mi apr*no la porta, mi chiedono “sei tu?”
boomaye, muri e segnali pieni di stickers
rap italiano buca gli speakers e sporca le sneakers
oggi i ragazzi cercano un leader
eppure hanno più testa dei guru dello star system
rap italiano, salvadanaio nel centro del cranio
sia che sia un lavoro o uno sfogo pomeridiano
scrivo con la barba di ieri chiuso nel bagno
ed ogni rima buca il cuore e il cuore non è in titanio
ye, l’aria è fredda prima delle tre
dice voglio stare un po’ con te, non ci sei mai die
sbattere la testa col futuro alla ifnestra
in mano buste della spesa, cellulare, voglio fare un break
volo per raggiungerti la luce ti fa bella
tocco le tue foto sul display, se non sei qui
testa del cuscino aspetto il tempo di riprendermi
poi testa nel cappuccio corro in fretta fino a perdermi
in cuffia passa un pezzo dei mobb deep
inizio dei progetti vorrei il tempo di concluderli
crederci, illudermi, dire tutto chiudermi
fare poi disfare poi ricominciare il lunedì
chilometri da fare per uscire
nel traffico una radio che non ha niente da dire
cerco ispirazione prima prima di partire
in quel poco che si muove tutte quante le mattine
[ritornello: forelock]
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[strofa 2]
in nome di mio padre e mia ma
di mio fratello che mi ha detto cosa è normalità e cosa no
e la fortuna che non passa di qua, è un probabilità
su mille come sui tavoli al casinò
e’ un po’ che perdo come sui treni perché
non prende linea e tu sei, molto arrabbiata con me
ho due tre giorni di off e al pc, ho visto un b&b
che si affaccia sull’inferno in cui sto, però
rap italiano ti insegna se necessario
a salire queste scale mobili al contrario, pernsare per te
sai poi l’ho sentito il tuo disco niente di che
sei canzoni conto quindici versi e duecento brand
in nome di mio padre e mia ma, il lunedì
e’ un politico del cazzo in tv, in prima pagina
parla dei problemi, dà titoli ai quotidiani, tu
quando non vedi il cielo cristo fermati ed immagina
puoi mettere in conto che si può pure perdere
ore tre, ancora in piedi, netflix e tenebre, mettere
al mondo un figlio senza un indeterminato
e’ spiegare quello che non ti hanno mai insegnato
e stare soli non è la migliore compagnia
anche se non fa luce fuori, anche se non è colpa mia
anche se, oggi la poesia è il riassunto di una lacrima
se non vedi il mare cristo fermati ed immagina
io e te potremmo uscire fuori a bere senza piani
collezionare i timbri dei locali sulle mani
farci un paio di domande, giusto un paio sul domani
fare sacrifici chiusi in dieci metri quadri
stare sui chilometri da fare per uscire
dal traffico, una radio che non voglio più sentire
cerco ispirazione prima prima di dormire
in quel poco che si muore tra le notti e le mattine
[ritornello: forelock]
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