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lirik lagu stories di tutti i giorni – macro marco & don diegoh

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[strofa 1]
vorrei entrare dentro i fili di una radio
scrivere di getto altre parole su un diario
prima di partire con lo stretto necessario
allaccio le cinture delle scarpe sul binario
luci e telecamere che guardano dall’alto
faccio un altro bancomat ed entro al bar accanto
piove santa barbara proteggimi dai fulmini
quanto bene vuoi alle persone che hai affianco?
sono il nuovo vecchio nello specchio del caffé
e scrivo perché quello che ho nel petto non so dirlo a te
o per un’esigenza personale come mamma che
prega non ci vada mai male a noi 3
dall’erba nelle selle degli scooter
ad oggi che è finita pure l’era dei computer
gli amici miei quando li dici: “pezzo per l’estate”
dicono che l’hanno preso ieri dal pusher
solo fame negli occhi della città
fumo solo fumo dal molo a via libertà
è b-n-le, ma per quanto manchi il mare, niente novità
e quelli che restano pensano: vado via da qua
la pioggia dentro sputa fuori i perché
trovi pace nel coraggio se fai ciò che piace a te
e se 10 anni fa erano storie di tutti i giorni
oggi tutti i giorni fanno stories al cell
come se scal-ssi dalla quinta alla prima
questa vita mia tra apatia, disciplina
che mi fa decidere o mi uccide se rimando
mentre i giorni se ne vanno e io rimango
non c’è un girone dell’inferno, quelli come me
fuori dal locale ad aspettare il cachet
quest’è arte che parla se serve un rinascimento
compra l’arte di oggi poi chiedi un risarcimento

[ritornello]
se non siamo noi i registi di questo film
siamo solo degli attori non protagonisti
dove i pomeriggi tristi sono routine
gli altri sono andati via e non li ho più visti
dove sono tutti adesso che sono qui?
che cancello le battute degli antagonisti
ed i pomeriggi tristi sono routine
gli altri sono andati via e non li ho più visti

[strofa 2]
fotte un cazzo se ti suona come il ‘9-6
perché questa musica non la misuri in play
perché so quanto è difficile per chi rimane qui
fosse anche uno solo ad ascoltarmi non deluderei
perché ognuno pensa di sapere come sei
pensi di conoscere te stesso non ci giurerei
perché a 35 anni smetto coi vorrei
non mi manca niente eccetto stare un po’ coi miei
perché non finisca tra i fantasmi del p-ssato
in un posto dove tutto è uguale a come l’ho lasciato
perché per ogni giorno in cui ti senti arrivato
c’è sempre un nuovo giorno in cui rifai tutto daccapo
perché è facile muoversi in base al vento
come se servissero gli altri a farti contento
come se sorridere fuori e morire dentro
sia la soluzione per vivere il mondo a tempo
io sputo tutto quanto l’amaro sul pavimento
su una batteria con un piano su un treno lento
dentro ad un ufficio, ora di sbattimento
che non siano i miei a pagarmi l’appartamento
quest’è l’ultima spiaggia che sembra un avvertimento
prima di scappare o rischiare l’esaurimento
perché hai poche pause e finito di lavorare
il m-ssimo che puoi fare è guardare i negozi in centro
arte con due linee basquiat e mirò
o con due colori phase 2 nel metrò
mostrati per come sei tu perché so
che non è la gente a dire chi è true e chi no
mayday, pioggia fuori chiudo bene il k-way
siamo soli in fondo ed ognuno ha una parte
e mentre la bugia ha già fatto il giro del mondo
la verità sta a casa ad allacciarsi le scarpe

[ritornello]
se non siamo noi i registi di questo film
siamo solo degli attori non protagonisti
dove i pomeriggi tristi sono routine
gli altri sono andati via e non li ho più visti
dove sono tutti adesso che sono qui?
che cancello le battute degli antagonisti
ed i pomeriggi tristi sono routine
gli altri sono andati via e non li ho più visti

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