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lirik lagu il prigioniero ante – mercanti di liquore

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per ante

era una finestrella
sbarrata da una tavola di legno
l’unica presa d’aria della cella
l’uomo si abitua all’ombra
a mezzogiorno, in piedi sulla branda
si allunga la fessura della luce
meno di un rigo, un verso breve
passa sulle palpebre degli occhi
c’è un nodo nel legno
che lui tocca con l’unghia e con il tempo
con la punta dell’unghia e del tempo
all’uomo serve un gioco nella cella
un giorno il nodo cede
fregato dall’unghia, amica del tempo
che ricresce ogni giorno
il nodo cеde
si toglie come un tappo di bottiglia
e nеl suo collo passa uno zampillo
di luce dritta, liscia
s’allarga a terra e allaga il pavimento
il prigioniero ante si mette scalzo
e ci si bagna i piedi
è un anno che non esce di cella
niente cortile, aria
un anno che la porta è uguale al muro
che la porta non porta da nessuna parte
un anno
strizza gli occhi, il sole dentro il buco
è un’arancia tonda nella mano
i piedi si strofinano fra loro
sono due bambini la prima volta al mare
i piedi di ante zemljar
ante zemljar, comandante di molti partigiani
congedato col merito della vittoria in guerra
e adesso chiuso dagli stessi compagni suoi
nemico della patria, nemico, lui
che l’agguantata al collo
l’ha scrollata dagli eserciti invasori
fiume per fiume, dalla neretva alla drina
coi calci della fame
senza portar via nemmeno una cipolla a un contadino
perché così è la guerra partigiana
nemico, lui
l’hanno tolto da casa
da sonia di due anni
che sa gridare già: “lasciate il mio papà!”
adesso sì, voi siete i suoi nemici
ante sa le percosse
sa che un pugno da destra lascia sangue
sul muro di sinistra e viceversa
un pugno dritto in faccia lascia sangue a terra
ma c’è la novità
qui le botte riescono a lasciare il sangue sul soffitto
c’è da imparare sempre circa le vie del sangue
e dei colpi ingegnosi dei gendarmi
ante conserva il nodo, lo rimette nel legno
la guardia non saprà, il sole non ha spie
s’infila svelto e poi non lascia impr*nte
pure se perquisisce, la guardia non può dire:
“qui c’è stato il sole, sento il suo odore”
il sole non è un topo
pure se ne finisce molto in una cella
nessuno s’accorge che fuori manca un raggio
che la conduttura del sole ha un buco
che perde luce da un nodo di legno
ancora un po’ di mesi
poi glielo daranno il sole
tutto in una volta, sulla schiena
peggio dei colpi di bastonatura
sopra l’isola nuda a sp*ccar pietre, ante
il prigioniero ante ha conservato il nodo
qualche volta, lontano dalla guardia
lo punta contro il sole e si procura un’ombra
sopra l’isola nuda
a sp*ccar pietre bianche
e poi a gettarle in mare: l’adriatico
perché la pena è pura, non ha valore pratico
e il mare non si riempirà

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