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lirik lagu lo scontro che mi cambió la vita – mister g-rok

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[strofa 1]
scrissi di me stesso confinato in quattro pagine b-ttai a capofitto la testa nella voragine scrissi per me stesso disperato in bagno a piangere ora che si paga caro pure il prezzo delle lacrime e mi stancai di vedere la musica strumento e gli strumenti non suonare più la musica, curare più l’estetica dell’etica la poesia e la sua metrica ingoiate dalle fauci di chi giudica
fu un giorno di fine estate di fiumi in testa vagare e ripagare una cultura musicale nella mente di mio padre così profonda da vedere il mare e da intravedere luce sotto il fondo del fondale
perciò mi ruppi il cazzo dei testi senza senso, di giullari tutti uguali da confondersi allo specchio, di barbari selvaggi senza il minimo rispetto, io che mi suicidai quando morii svenendo

[ritornello] x2
è l’intuizione che va oltre le parole che va oltre la connessione, é uno scontro in collisione
a 180 in autostrada in una buia dimensione, non conta il tempo quanto la p-ssione

[strofa 2]
e p-ssò un anno da allora e il mio castello fu invaso dai villani tra cui spiccava un ribelle che restava inerme dietro la carneficina e finché non parlò in rima c’ero io che lo dicevo verme
ma poi capii cosa voleva esprimere e perciò mi inchinai mentre continuai a scrivere, mi insegnò quest’arte e io mi sottomisi a lui, l’unico barlume(quando?) durante i secoli bui
e sentii le colonne cedere, la mente liberarsi aprirsi anche al più debole e al più povero di stracci
vendetti le mie ricchezze per comprarmi mills penne, mille fogli e avere mille emozioni davanti
e finalmente ero io senza vincoli, senza mezzi termini, senza contare le ore all’orologio e pensavo a quanto sporcavo il foglio ma la fatica grata era un punto in più per l’orgoglio
ma un giorno successe ciò che mai mi aspettavo tantissimi pensieri bruciare col calamaio, ormai stavo impazzendo e nel fuoco io mi lanciavo
è meglio non avere vita che un’anima da schiavo

[ritornello] x2
è l’intuizione che va oltre le parole che va oltre la connessione, é uno scontro in collisione
a 180 in autostrada in una buia dimensione, non conta il tempo quanto la p-ssione

[strofa 3]
e p-ssò un anno da allora chiuso in quattro mura senza né carta né penna che peccavan di cultura
perciò continuai a piangere fino a che mi fermai e più che disperarmi ora sputavo più che mai
e poi vidi una pietra e la presi tra le mani, cacciavo fuori l’acido, il più sadico dei mali
poi scorsi un bastone ma non sapevo più parlare, un giorno mi ritroverai sul fondo di quel fondale…

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