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lirik lagu isola verde – murubutu

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[strofa 1]
lei che è la sola e l’unica e quando il sole la illumina
quello che per altri è un suono per me risuona come musica
come musica
claudio suona l’armonica da un picco in cui domina
il mare che si sdraia sulla costa ionica
dove il litorale guarda le case
e il sole ne riscalda le greche in maiolica
ma ora non pensa più niente, no no
vorrebbe dire: “ciao, bye, bye, bye”
poi poco dopo si pente e pensa:
“ma claudio tu dove è che vai? dai…”

[rit]
“io non so quando ritornerò, isola verde
forse da morto, io che ne so, non so più niente
è vero, questo cielo non è un altro cielo
e tu terra celi in te un segreto
che forse conosciamo solo io e te”

[strofa 2]
lui che era nato una notte, abbandonato nell’ombra
da un marinaio allo sbando e un’isolana sedotta
cresciuto sull’isola scordata da dio diceva:
“l’isola è mia madre e mio padre sono io!”
bimbo dagli occhi forti si tuffava nei vortici
e sbucava fra cascate di euforbie e garofani
fra i manti folti dei ca-campi incolti
lui sovrano di un mondo che vibrava negli occhi suoi
poi si tuffava fra le ombre dei faraglioni
che forse sono le tombe dei pesci faraoni
le furie dei cavalloni, le guglie fra i moti ondosi
la spuma polverizzata sui balconi multicolori
ma una voce diceva: “vai via
sai quanto è grande il mondo?”
“fuori di qua non so neanch’io chi sia
e se mi pento ritorno o no?
no, non so quando ritornerò (quando soffia il maestrale)
forse quando ritornerò (riuscirò ad ammaestrare il mare)”
claudio vuole andar via, poi non vuole andar via
claudio cerca una via, lui cerca una via qualunque essa sia

[rit]
“io non so quando ritornerò, isola verde
forse da morto, io che ne so, non so più niente
è vero, questo cielo non è un altro cielo
e tu terra celi in te un segreto
che forse conosciamo solo io e te”

[strofa 3]
claudio s’è fatto grande, il bimbo s’è fatto uomo
cresciuto col corpo al sole ha negli occhi i riflessi d’oro
ha i riflessi pr-nti di un uomo fatto da solo
solo cresce, solo vive e solo fugge verso il vuoto
ha imparato la vita grezza con gli isolani nei campi
la stima e la gentilezza dai loro occhi grandi
la vibra della fierezza dal volo dei falchi
la cifra della bellezza dai colori degli oleandri
ora vuole prendere il largo, superare l‘arcipelago
gli basta una vecchia barca ed eccolo il suo pegaso!
claudio si china e dubita, bacia la sabbia umida
prende il largo con la quiete di chi aveva una scelta unica
ma nella notte il mare si gonfiò, alzò le onde di colpo
inghiottì claudio in un solco blu, ne rese all’alba il corpo morto
il paese pianse la più grande delle disgrazie
chi disse che fu un uragano che colpì le coste
chi disse che claudio cercava la morte
qualcuno disse che fu l’isola che non voleva che se ne and-sse
ora là sulla spiaggia dove la sabbia subentra ai cardi
puoi sentire la notte un suono sommesso
forse è il vento che muove i rami degli alberi
c’è chi dice sia l’isola che piange il figlio prediletto

[rit]
“io non so quando ritornerò, isola verde
forse da morto, io che ne so, non so più niente
è vero, questo cielo non è un altro cielo
e tu terra celi in te un segreto
che forse conosciamo solo io e te”

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