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lirik lagu nocturnal – nocivo regaz

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non so se sto sognando
o se è un incubo ad occhi aperti
qua fa troppo caldo
e mi limito a pochi gesti
fanculo il sonno e l’alcool
ho dato un colpo al clacson
taglio profondo al capo
e sangue vivido sporca i vetri
vedo rosso e bianco
e il parabrezza è in frantumi
l’aria densa di fumi
luci delle spie nel buio
in mezzo a una strada che è vuota
qua sembra già p-ssata un’ora
ho lasciato a casa gigliola
sento il suo profumo

brividi alla schiena, una lamiera
mi sfiora la gola e ora sembra
che questa portiera sia aperta
sgomito e cado al suolo per terra
vomito in un’aiuola di merda
tra le piante, le gambe non le sento
sento un odore acre che svengo
a stento muovo le anche
e ripenso
alle ginocchia contro il volante
l’osso che mi scrocchia all’istante
tant’è lancinante il dolore
dalla bocca non mi esce un fiato
il fato mi fa essere vivo
mi giro e prendo un respiro
inspiro, dolore fitto al costato
sto zitto, il soffitto mio
è un cielo stellato
mamma, dove cazzo sei?
ehi scusa
questo è soltanto un altro
dei miei sbagli
vorrei alzarmi
soltanto per darti un abbraccio
ma non alzo manco le palpebre
vorrei piangere
e non ce la faccio
eyo mà
io sto guardando il cielo
ora l’asfalto è freddo
vieni qua vicino, mi trascino
come un bimbo sul tuo grembo
tu sei diventata donna così presto
quand’è morta nonna
dammi forza, mà
che ce n’ho bisogno adesso
eyo pà
mi sto soffocando col sangue
ora che soffro tanto per urlare
al mondo quanto amo mio padre
tu che hai dato tutto te stesso
c’hai preso sulle spalle larghe
e non accetti che adesso
non reggi più tanto peso
sulle gambe
tu che hai pianto solo due volte
ai funerali di nonna e nonno
io che ho visto un supereroe
che poi si trasforma in un uomo
pà, se sopravvivo stanotte
se dio me lo concede
tu prendimi a botte
per le volte che non ho detto
che ti voglio bene
ehy, dove cazzo è ale?
dove cazzo è mio frate?
ma che strazio in quell’ospedale
quand’eri bambino
per quello slittino
che poi t’ha colpito
emorragia gastrointestinale
e come per magia ne sei uscito
anche se non riusciamo a parlare
fanculo quella stronza
che t’ha fatto star male
frate un altro che la sa amare
come te tanto non lo incontra
ora il respiro si blocca
dodo è sdraiato qui accanto
è vest-to di bianco
e mi accompagna in un tunnel

verso una luce forte
dritti verso la fonte
a terra non lascio impr-nte
queste pareti sporche
-ssumono delle forme
immagini contorte
il suono di un pianoforte
la mia vita che scorre
lo stomaco si contorce
il tempo ora non scorre
a un batt-to dalla morte
dolce pace m’inghiotte
guardo le storie storte
l’amore m’ha preso a botte
quante stronze e mignotte
il sangue sulle mie nocche
penso a lily che dorme
non la rivedrò forse
mi sento toccar la fronte
mi sveglio, è di nuovo notte
mi accerchiano con le torce
qualcuno mi soccorre
spalancano queste porte
l’ambulanza che corre
forse guida caronte
la mia vita è alle corde
l’inquietudine morde
il sonno che mi travolge
mi sveglio in un letto e con me
c’è tutto ciò che mi occore
il sole la fuori sorge
punto all’orizzonte
con te

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