lirik lagu farfalla – omega storie
[testo di “farfalla”]
[strofa 1]
per come mi guardi
dovresti chiedermi più spesso come sto e se mi va di fare qualcosa più tardi
la mia autostima, sai, l’ho smarrita negli anni
e una mezz’ora a chiacchierare con te potrebbe aiutarmi
nato in ritardo, infatti ci ho messo un po’ ad ambientarmi
quanto un bimbo preso in giro ad annientarsi
semi*stizziti ci tocchiamo con gli abbracci
ci troviamo in stanze spoglie a leggere racconti fantastici (sehe)
mi sembra strano ma con te non riesco proprio a stare zitto
è che coi miei amici e con i miei lo preferisco
e se mi chiedono cosa pensi rispondo “al disco”
a te? (hehehe), li svìo
che mi vergogno proprio un sacco a spalancarmi con qualcuno
sto male come quando sai che non c’è storia ma non ti caga nessuno
che sp*cchi posto ma non ti paga nessuno
no, davvero? grazie
con gli occhi vispi guardo in alto come se piovessero dal cielo grazie
come se questo disco di merda le evocasse
o come se una macchinetta dei sorrisi le erogasse
[ritornello]
ceto che lo so
che il volo di queste farfalle placa la mia fame d’ambizione
ed è la stessa che colma
quegli sguardi che costano le lacrime di notte e le mie occhiaie da tossico
e tu dammi quello che mi devi dare, dopo chiudi pure
un grazie sono segni sulle labbra tra le cuciture
il tempo che passiamo insieme, fari tra le luci scure
un porto per gli umani oppure un bozzolo che non si schiude
[bridge]
la notte si dorme mentre il giorno pianti neri
le occhiaie delle sette al girone dei mattinieri
sopra i mezzi affollati contatti lievi
persone che hai di fianco e non riconosceresti in altri contesti
[strofa 2]
come fai con me quando mi chiedi
quei favori un po’ innocenti e sai che non ti nego niente su due piedi
è la mia valutazione sempre sul quanto mi convenga
e ti assecondo perché penso ad altro quando sei contenta
come bruchi siamo corpi di passaggio e spiccheremo il volo soli, se ti va domani o dopo
e se ti vedo divento farfalla, per due giorni a settimana guarderò la mia agenda, un buco lo trovo
un mese fa io piangevo per te, oggi è il 28 novembre ed io piango per bruco
dentro a me, l’ho etichettato, c’è un disco perduto
sai sono piuttosto debole, piango per tutto (ah)
[ritornello]
ceto che lo so
che il volo di queste farfalle placa la mia fame d’ambizione
ed è la stessa che colma
quegli sguardi che costano le lacrime di notte e le mie occhiaie da tossico
e tu dammi quello che mi devi dare, dopo chiudi pure
un grazie sono segni sulle labbra tra le cuciture
il tempo che passiamo insieme, fari tra le luci scure
un porto per gli umani oppure un bozzolo che non si schiude
[outro]
ma ho imparato che ogni vizio ha un suo colore
quel 28 novembre, osservando le farfalle
volare verso uno stupido sole
sono nato dalle nuvole bianche a milano in meno di un istante
però mi chiedevo se poi
due chiacchiere le scambi, ho del tempo se vuoi
ogni testo te lo lascio cartaceo, così almeno te lo ricordi
nomino te proprietario, così non me lo riporti
tieni
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