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lirik lagu messaggio alle forze del male (lo sbirro) – p38 (ita)

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[testo di “messaggio alle forze del male (lo sbirro)”]

[strofa 1, astore]
c’hanno detto siamo noi il terrore nelle strade
gatti di periferia dietro serrande sbarrate
oh no, ohh no meglio un mondo come noi
esco solo con il freddo e non ho mai buone intenzioni
ho un proiettile da cento per i lupi ed i padroni
lascio correre la fretta, ho pazienza nelle azioni
e tutto sembra fotterti fin quando non implori
un altro po’ di pace è tutto quello che vorrei
la grana per i miei e dico grazie
perché non sono mica in mezzo a tutte quеlle facce
arrestano i compagni comе fossero assassini
che poi anche un assassino c’ha le sue buone ragioni
noi siamo sempre fatti perché siamo sempre tristi
e chi lavora spende tutto in droga in pochi giorni

[strofa 2]
yo mi scusi presidente se so quello che voi fate
chiusi in casa di brutto voi vi divertite
scusi presidente se so quello che voi fate
chiusi in casa di brutto voi vi divertite
chiameranno in causa un soldato
che lo stato ha ammaestrato per rubarci il blu
le strade tra divise stracciate
tra un silenzio e una strage non invecchiano più
e i conti con la nostra coscienza
fatta di dipendenza senza una virtù
da quando non guardiamo più il sole
neanche le altre persone ormai si guardano più
[strofa 3]
è la pula che mi inquieta, vuole tenermi a bada
mi credono impazzito come un babbo con la spada
lo sbirro perde tracce e quindi sulla folla spara
e la giustizia è rara come un idiota che impara
uomo dammi retta
ogni sequestro fatto è un altro tiro che s’affetta
la morte giù in diretta
facciamo una scommessa
sempre la stessa mazza che ci pesta
la gente non protesta
capito sua altezza?

[ritornello]
lo sbirro mi spaventa perché non si lamenta
perché segue lo stato ma non segue la sua testa
perché poi non protesta, perché poi non l’abbassa
è la guardia del corpo del padrone della massa

lo sbirro mi spaventa perché non si lamenta
perché segue lo stato ma non segue la sua testa
perché poi non protesta, perché poi non l’abbassa
è la guardia del corpo del padrone della massa

[strofa 4]
rotti come i rami su cui alla fine si attendono
coi bastoni di ferro nella folla si concentrano
ti prego almeno scrosta sto piattume
sguardi fatti d’odio e labbra col catrame
riposàti in pace tra i silenzi delle case
macchine costose, figli in overdose
la spose son protette dalle lame di un randagio
perché stan con la divisa e la divisa sta a suo agio
dai, non vedi che ti pestano, poi stanno giù in silenzio
e se la ridono di noi, controllo via wi*fi
dal buio piglio il volo e se ci sei ripigliati
ripigliati

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