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lirik lagu tempesta – pathos ft claver gold

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il tuo ragazzo profuma di futuro io puzzo di whisky
io e te in comune abbiamo solamente gli occhi tristi
ti guardavo e morivo, mentre in un foglio nascevo
non so se il tempo ha capito che io ti ho amata davvero
perché mi basta saperti felice dentro mi uccide
che la tua iride brilli in un altro meno complesso universo
ogni notte anticipo di morte spoglio sere il mio pensiero strappa i sogni rimane il silenzio
nel gelido vagare che ancora divora, le tue labbra non saranno più la mia dimora
ora puoi spedirle ad un indirizzo nuovo, nella pioggia di rimmel che il petrolio di un’anima sola
quale eternità? siamo una stupida canzone d’amore non diverrà, poi le due metà
assomiglia a questa dea gravità perché ho girato mari, terre, cieli, fuochi altri mondi ma

rit:
la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, sì mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
io la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, sì mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia

sulle strade della nostra sconfitta, c’è una palafitta
sospeso su il dramma di una storia logorata che si asciuga trafitta
dalla linea dritta del mio cardiogramma mentre dici che sei triste io rigurgito bile, dentro un cuore bacile, chino sulla renile
morti intorno alla ventina, sì puoi chiederla al cile, metti fiori di anile dentro il nostro fucile
mentre l’indice si piega sulla curva del tempo, aspetta un momento
io già sto morendo, sul mio corpo ho scritto solo non avere fiducia
ma non so di chi
aspetto un memento, ma il mio cuore brucia
e bolle sulla bassa marea, il mondo è platea, che suoni pomea
nella notte dove il buio spegne l’ultima idea, tu brilli di più, tu sei cassiopea
rit:
la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, sì mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
io la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, sì mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia

io che vado giù poi torno su, qual è la mia virtù
fumo dejavu, l’ululare dei loop, la sua tribù è chiusa nella tv
e mente lentamente, mentre la mia mente è in overthinking e non si ferma più
ogni suo origami è uragami, légami, legàmi letali, legami le mani dimmi che m’ami nei mari, mani che regali medo mani son petali andati inabissati lungi rari raggi radi viaggi astrali
la speranza estrali che scagliati nella sera nera, sopra una folla di pietra l’invernale primavera, falsa e sincera sull’anima come un’edera vede dardi giunti all’esosfera fermi dietro ci sei tu
e quale gravità? sei in silenzio e splendi sola lontana mentre ti specchi nell’infinità, assomiglia a questa dea eternità perché ho girato mari, terre, cieli, fuochi e altri mondi ma

rit:
la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, sì mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
io la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, sì mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia

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