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lirik lagu tempesta – pathos

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[testo di “tempesta” ft. claver gold]

[strofa 1: pathos]
il tuo ragazzo profuma di futuro e io puzzo di whisky
io e te in comune abbiamo solamente gli occhi tristi
vi guardavo e morivo mentre in un foglio nascevo
non so se il tempo ha capito che io ti ho amata davvero
perché mi basta saperti felice, dentro mi uccide
che la tua iride brilli in un altro meno complesso universo
ogni notte anticipo di morte sfoglia sere
il mio pensiero strappa i sogni, rimane il silenzio
nel gelido vagare che ancora divora
le tue labbra non saranno più la mia dimora
ora puoi spedirle a un indirizzo nuovo
nella pioggia di rimmel che è il petrolio di un’anima sola
quale eternità? siamo una stupida canzone d’amore
non diverrà poi le due metà
assomiglia a questa dea gravità
perché ho girato mari, terre, cieli, fuochi e altri mondi ma…

[ritornello: pathos]
la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, se mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
io la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, se mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
[strofa 2: claver gold]
sulle strade della nostra sconfitta, c’è una palafitta
sospesa sul dramma di una storia logorata
che si asciuga trafitta, dalla linea dritta del mio cardiogramma
mentre dici che sei triste io rigurgito bile
dentro un cuore bacile, chino sull’arenile
morti intorno alla ventina, sì, puoi chiederlo al chile
metti fiori di anile dentro al nostro fucile
mentre l’indice si piega sulla curva del tempo
aspetta un momento, io già sto morendo
sul mio corpo ho scritto solo non avere fiducia
ma non so di chi, aspetto memento
ma il mio cuore brucia e bolle sulla bassa marea
il mondo è platea, che suona ipomea
nella notte dove il buio spegne l’ultima idea
tu brilli di più, tu sei cassiopea

[ritornello: pathos]
la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, se mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
io la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, se mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
[strofa 3: pathos]
io che vado giù, poi torno su
qual è la mia virtù? fumo déjà*vu
l’ululare dei lupi, la sua tribù è chiusa nella tivù
e mente lentamente mentre la mia mente in overthinking non si ferma più
mani su origami, uragami, lègami, legàmi letali
lègami le mani e dimmi che m’ami nei mari immani
che regali, i mei domani son petali andati
inabissati lungi, rari raggi, radi viaggi astrali
la speranza in strali che scagliati nella sera nera
sopra una folla di pietra, l’invernale primavera
falsa e sincera sull’anima come un’edera
vedi i dardi giunti all’esosfera fermi, dietro ci sei tu
e quale gravità, se in silenzio splendi sola e lontana
mentre ti specchi nell’infinità?
assomiglio a questa dea eternità
perché ho girato mari, terre, cieli, fuochi e altri mondi ma…

[ritornello: pathos]
la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, se mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia
io la porto con me nei miei mari in tempesta
resta in ogni città e in ogni donna che infesta
muoio quando non c’è, se mi scoppia la testa
perché so che di lei mi rimane una nebbia

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