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lirik lagu viaggerò con te – pathos

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pathos:

fiumi di lei dentro le mie arterie
sotto nubi di numi fra fumi di numeri
resti di uomini colmi di antitesi
il buio che crebbe ora scende, occhi umidi
nasci alla fine di un sogno
all’inizio di un mondo
nel cerchio che mangia la terra
ora dettami il tempo nel petto
sigillo di un lento nel bacio del vento, poi chiudili
e viaggerò con te sopra le epoche
dove la gravità spegne le regole
stretto al tuo petto ai capelli di grano
che in otto minuti raggiungono animе
svegliami musa che hai visto ogni cosa
che frughi nеi cuori dei popoli e lasci una rosa
che possano coglier, chiamata parola
che viaggia nei saggi e nei tronfi riposa
oltre il monte di dante un torrente e lì
un infedele spezzato dagli incubi
spirito sporco di tagli, di sbagli, d’abbagli e di affanni, di drammi
tu dagli soltanto quegli attimi che porti in grembo
l’eterno silenzio, la quiete di un senso
ti sente arrivare portando i segreti di quei fogli sparsi, diversi universi
e dire:
“ora sarai me, fiero d’esistere, in armonia con il tutto nell’essere”
come semi d’inverno nei seni d’autunno
ragione moriva, fioriva l’assurdo
“sarai solo, sarai un uomo, no, sarai un suono”
quando il sasso cade come caos nel lago di un alieno dio
i cerchi tornano indietro: è l’effetto tuo
tu mi hai strappato da follia quando lei chiamava
mi hai insegnato ad aspettare, tutto poi girava
e se cado nel baratro afferrami, ogni giorno un cercarsi un comprendersi
ma a differenza dell’essere umano non gridi, non miri, non togli ma tendi una mano
che sposta le nubi ogni giorno si posa sull’uomo ne attende il risveglio

tu mi hai strappato da follia quando lei chiamava
mi hai insegnato ad aspettare, tutto poi girava
e se cado nel baratro afferrami, ogni giorno un cercarsi un comprendersi
ma a differenza dell’essere umano non gridi, non miri, non togli ma tendi una mano
che sposta le nubi ogni giorno si posa sull’uomo ne attende il risveglio e…

swelto:

tu che sei tutto di cio che è stato
di cio che è stato e stato testato
nel caos sovrano tutto è soqquadro
il dio progresso, un malcapitato
cerchi perfetti senza attestato
sei lì e proteggi nell’immediato
coi tuoi ponteggi dentro ogni atomo
cerchi e correggi di strato in strato
dammi la forza per salire fino in cima alla vetta
per trovare quella
so che il tuo calore guida ogni singola scelta
riequilibra quel sapere che pensavi di élite
se io vacillo tu ci sei
madre di ogni vita e di tutti i dei
colora queste strade buie e ruvide
combatti il male con la gratitudine
noi partiremo insieme come ciondoli appesi al tempo
io ti lascerò il mio mondo che mi porto dentro
e fino quando lo vorrai, chi verrà dopo di me
potrà ricavare un senso dal mio rogo di idee
aiutami a disfarmi di ciò che è più incerto
ciò che muore poi rinasce passato l’inverno
sul tatami contro il pr*nto nel k*mitè
un combattimento eterno senza vinti e no re
e ora splendi ridente nel cielo
il tridente che sventola all’aria
alle punte il diamante per i tuoi riflessi
su un’alpe isolata e dorata
c’è un rifugio per l’anima inquieta
ben nascosto lontano dai radar
l’armonia di una calma perpetua, anarchia
nei mari di libertalia
tu mi hai strappato da follia quando lei chiamava
mi hai insegnato ad aspettare, tutto poi girava
e se cado nel baratro afferrami, ogni giorno un cercarsi un comprendersi
ma a differenza dell’essere umano non gridi, non miri, non togli ma tendi una mano
che sposta le nubi ogni giorno si posa sull’uomo ne attende il risveglio

tu mi hai strappato da follia quando lei chiamava
mi hai insegnato ad aspettare, tutto poi girava
e se cado nel baratro afferrami, ogni giorno un cercarsi un comprendersi
ma a differenza dell’essere umano non gridi, non miri, non togli ma tendi una mano
che sposta le nubi ogni giorno si posa sull’uomo ne attende il risveglio e…

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