lirik lagu piazza della stazione – pessimo 17 x sick budd
[testo di “piazza della stazione” ft. sanchee]
[intro: pessimo 17]
piazza della stazione c’aveva gli occhi
[strofa 1: pessimo 17]
seh, 2015, piazza della stazione, calci in bocca, bong e sassaiole
la banca esplode (esplode)
quando lui piglia la bottiglia, la rompe
mira alla faccia, ma taglia l’orecchio a un tossicone
‘sta roba è vera, guarda (seh) come svampa
canto della ligera ma quella della bassa (della bassa)
ho visto una pisch*lla per due schizzi diventare una puttana
e i più molesti in giro a caccia, crocche di bianca (crack)
per ogni serata divertente
fra’, dieci sono di noia e due sono violente
gente che sviene (che sviene) dentro a un cesso puzzolente
come in disco per sfamare vizi e dipendenze (seh)
a qualcuno adesso porto i fiori
e qualcuno non si è fatto bene i cazzi propri (i cazzi propri)
la stazione difendeva noi da ciò che c’era fuori
come il treno entrasse vuoto e uscisse carico dei cazzi nostri (dei cazzi nostri)
[ritornello: pessimo 17]
ehi, piazza della stazione c’aveva gli occhi
se il treno entrava vuoto, usciva carico dei cazzi nostri, ah, ehi
piazza della stazione, frate’, c’ha gli occhi (frate’, c’ha gli occhi)
non portavano mai da nessuna parte ‘sti binari morti, seh
[strofa 2: sanchee]
c’è un rettilineo nella zona che va fatto a 180
anche se il limite è 60 e una pattuglia guarda
quello è un amico di un amico, non farà il verbale
se vendi le buste al figlio, lascerà passare
non sputo a terra se cammino, l’asfalto mi ha dato il pane quando perse il lavoro mio padre
sono diec’anni che scrivo, vent’anni che vivo male
ho una lager in tasca e nella schiena qualche pugnale
c’è più ferro nelle giacche in provincia che sulle grate (you know)
per due parole sbagliate, buchi sulle vetrate (grr)
se sto a milano, mi mancano le campagne
sulle rotaie meno sassi che in mezzo alle palme (ah)
quando ho conosciuto pessimo era pessimo il mood
facevo il runner senza mance a qualche amico in più (bang*bang)
preferivo la stazione, non prendevo il bus
il resto della storia lo leggi fra i miei tattoo (è il 9)
[strofa 3: pessimo 17]
2016, paloma, sottopasso, gli sbirri sempre al binario
so’ dal tipo, squaglia il sasso
‘sti rapper sono prestanome, frate’, in quanto
scrivono storie che in vero gli appartengono un cazzo (un cazzo)
dinamiche sociali difficili, si scannavano al parco, fra’, sotto gli occhi dei vigili (dei vigili)
non finirò come ‘sti vecchi tossici
ad asciugarti coi ricordi di vecchi crimini (nah)
le ore da ammazzare, lì a guardare i treni tutti sfatti
tanto da perder quelli giusti, se mai sono passati
tempi cambiati (seh)
sì, ma adesso lì a guardare i treni ci sono già altri (già altri)
a qualcuno adesso porto i fiori (i fiori)
e qualcuno non si è fatto bene i cazzi propri (propri)
la stazione difendeva noi da ciò che c’era fuori
qua fermavano il tempo a sassate sugli orologi
[ritornello: pessimo 17]
ehi, piazza della stazione c’aveva gli occhi
se il treno entrava vuoto, usciva carico dei cazzi nostri, ah, ehi
piazza della stazione, frate’, c’ha gli occhi
non portavano mai da nessuna parte ‘sti binari morti, seh
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