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lirik lagu echi – porno mc

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[testo di “echi” ft. gomez]

[intro: p*rno]
gomez, p*rno, s*i*d, echi (echi, echi)

[ritornello: gomez, p*rno]
porte segrete si apr*n sulla stanza
secondi in danza evadon come spiriti dai tristi corpi di lancette in marcia
ora che il tempo non ha più importanza
chiudo i miei occhi ad ascoltarne in estasi l’eco ad oltranza
porte che danno sulla stanza
secondi in danza evadon come spiriti dai tristi corpi di lancette in marcia
ora che il tempo non ha più importanza
chiudo i miei occhi ad ascoltarne in estasi l’eco ad oltranza
[strofa 1: p*rno]
levare all’alba per andare pescare
occhi socchiusi per guardare il sole morire nel ventre del mare
echi confusi di voci lontane
amare una tale, incontrare i suoi sogni rinchiusi e capire che vale (che vale)
echi che sistemo in questo personal
cavalieri del ramo, cerchiamo e diamo sangue come parsifal
dedito a pratica ascetica, dono tempo alla grammatica
che sento sintetica e rendo più pratica
un giorno che eterno continua, ergo si insinua
metto i frutti di un quaderno prima linea
flutti di un onda che attenua la situa
e meno cieco più spago alla lingua, frego quest’ego di invidia
echi scarsi di misundestanding
senza avere mille volti per gli stolti e per i vermi
nel fiato degli altri ti perdi se non ti esterni
ora lo fermi, ore che spendi a debellarne i germi
edifici dichiarati occupati
e i miei piani resi vani, stringo mani che li hanno scordati
uomini ciechi in vesti di padri
echi di fasti passati e dalle classi uscivamo incazzati

[ritornello: gomez, p*rno]
porte segrete si apr*n sulla stanza
secondi in danza evadon come spiriti dai tristi corpi di lancette in marcia
ora che il tempo non ha più importanza
chiudo i miei occhi ad ascoltarne in estasi l’eco ad oltranza
porte che danno sulla stanza
secondi in danza evadon come spiriti dai tristi corpi di lancette in marcia
ora che il tempo non ha più importanza
chiudo i miei occhi ad ascoltarne in estasi l’eco ad oltranza
[strofa 2: gomez]
sciolgo i miei occhi alla melodia di una dolce orchestra
ispira arabeschi di anima sporca, sorti esili, resti di cenere spenta
la notte di città sussurra con voce sommessa
seducente bacio di tenebra e luce, sconvolge e spaventa
proietto il mio pensiero: lo fisso con sguardo di padre
che osserva il figlio pender triste da giostre nel cielo
inconsciamente consapevole, ingenuo colpevole
sento scorrer nel vento un presente eterno e fuggevole
piccoli indizi riconducono un mondo ai suoi inizi
quando purezza era incorrotta, abitudini e vizi
sorte che avvolge anche il più forte tra aliti di morte
anche vita è costretta a fuggir via da ben’altri orifizi
parvenze di sensazioni in rapporti fittizi
echi di addio tra lettere che presto avranno altri indirizzi
navi fantasma lascian porti concreti verso orizzonti
oltre cui l’abisso è annunciato con grossi divieti
profeti di una storia che ha poi cambiato il suo corso (noi)
fuoco nel cuore e mani immerse nel ghiaccio dal polso (poi)
attorno tutto ha iniziato a decomporsi di colpo
d’eco sporti in ascolto dall’oscura bocca di un pozzo

[ritornello: gomez, p*rno]
porte segrete si apr*n sulla stanza
secondi in danza evadon come spiriti dai tristi corpi di lancette in marcia
ora che il tempo non ha più importanza
chiudo i miei occhi ad ascoltarne in estasi l’eco ad oltranza
porte che danno sulla stanza
secondi in danza evadon come spiriti dai tristi corpi di lancette in marcia
ora che il tempo non ha più importanza
chiudo i miei occhi ad ascoltarne in estasi l’eco ad oltranza

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