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lirik lagu e altre madri piangon dietro le finestre – rubo

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[intro]
ascolta la realtà coglione, rubo
fatfat aka the golden child frustrated, baby

[strofa 1]
mentre i fratelli sulle panche fuman blunts sfoggiando nuove nike dunk
io dimagrisco su diari gonfi come reebok pump
mentre il crunk scuote culi a finte vamp
tra sangue a terra dove manca sangue blu come patrizia de blanck
breaks funk e samples soul fan da cornice
sulle cui tele espiro come narici le mie radici
è in bici che dai grigi giorni me ne fuggivo
e a scuola ero schivo come un prete verso un prеservativo
univo incubi ad incubi vedendo mia madre lottar
sognavo il mar mentre sgobbavo al bar sui pavimenti col mocho
con cazzi peggio di un frocio
ero un eterno secondo ma non c’entrava l’orologio
sant’ambrogio proteggeva milano
come l’arte della scrittura e ‘sta cultura tra i palazzi di cintura
il mio cranio e in bagno m’allenavo rimando allo specchio
e le urla in strada erano il mio ottorino perchè mi facevan l’orecchio
arlecchino era la mia maschera i giorni di carnevale
però nel reale ero triste come pierrot
raw, crudo che impanica come un cerino accanto a una tanica
in preda a piu’ rimorsi di placanica

[ritornello] x2
le rose si fan crisantemi
e la poesia drammatica non abbandona i propri allievi
sulle strade periferiche le realta’ son queste
e altre madri piangon dietro le finestre

[strofa 2]
rosario in tasca e in testa occhiali da sole d&g tarocchi nei blocchi
le strade son ferite perciò neve a fiocchi le copre
come cerotti tra corrotti poliziotti e pompini
fin da bambini do il melodramma come puccini, cretini
ci son si, vagoni di speranze
ma per trainarli manca la locomotiva come guccini
fin da piccini qui, san di coca lame, ferri e biz
è una realtà travolta piu’ di john in “grease”
fake emcees, please. tu rimi dalla tua villetta
baby, io da un incrocio, “the corner” come common e kanye
in terreni in cui pianto semi mentre mi cresce l’odio
come vedove di guerriglieri ceceni
vieni che ti do i supremi disegni di ‘ste strade in pena
un giorno amici, l’altro sotto il fuoco amico come la sgrena
a cena l’atmosfera è troia, altroche’ nido
al mic son come munch perchè mi resta solo “il grido”

[ritornello] x2

[strofa 3]
i giorni di lutto m’han distrutto ma i giorni di vita fossero acqua
mi lascerebbero asciutto di brutto
ora sputo realtà grasse come strutto
del resto, fanculo a tutto prima su una panca a far brutto
ora do avvisi, “warning” come biggie, se al mic b*tto più opere del nabucco
mi spremo ma son troppo solido per andare al succo
succhio immagini di drammi e poi le svelo
guerriero del marciapiede anzichè della luce come cohelo
vie rette e profumi di violette per la vergine
ma a tette e berette sono costrette per emergere
il resto è fiato sprecato, il sangue non è tomato
tra preghiera e suicidio cerco mani come un mutilato

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