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lirik lagu chief + zippo + le sacre scuole – sacre scuole

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[intro]
costi quel che costi
costi quel che costi
costi quel che costi

[strofa 1: dargen d’amico]
scelto dal vento come figlio
consacro il mio inchiostro ad un foglio
che affiggo al muro del mio orgoglio
conficco lance di realtà in ogni sogno
impicco ogni bisogno che hai di fermarmi
come bond su un aston martin
ma che vuoi farci se nel tuo meglio riconosco i miei scarti
cl-ssico come il biancosarti
che saprò farti pagare le pene
se parli e parti non dici niente ma lo dici bene
non conviene gettare il seme della discordia
con le supreme si preme sulle vostre schiene
ed esplodono vene rispondi irromperò alle cene
di chi mi viene a dire che è merito suo se il rap può fiorire
state affermando alla fine di avere rime come concime
da-dargen sublime abbatto il confine del tuo ultimo verso
il tuo protetto non conta quando canta spesso
e gli p-ssa attraverso

[strofa 2: jake]
jake-ake la furia cane da sfida nutrito di nitro
hai capito che distruggo ogni fallito
come un acuto bicchieri di vetro
troppo frequentemente tra gli mc il filo elegante
è scrivere il niente
per cui tendenzialmente controcorrente
ho visto uscire il tuo disco, ma chi t’ha mai visto
mc generato dall’imprevisto
è presto per proclamarsi cristo
costi quel che costi i migliori contro troppi avversari
rime immortali senza pari, né uguali
senza valori materiali come falsi ideali
sicuramente il miglior gruppo che puoi trovare sopra gli scaffali
cinque soldati con armi di carta
cinque mc senza marca
cinque naufraghi sopra la stessa barca

[ritornello]
costi quel che costi
continuerò, procederò, avanzerò comunque
se faccio stili troverò dove non c’è niente
costi quel che costi
ma sempre con il cuore in mano per la mia gente
costi quel che costi
continuerò, procederò, avanzerò comunque
se faccio stili troverò dove non c’è niente
costi quel che costi
ma sempre con il cuore in mano per la mia gente

[strofa 3: zippo]
la vibrazione stai sicuro che come sempre mi prende
ma certe volte il tormento m’-ssale e scende
la delusione è un velo bianco come la sindone
perché sputare addosso è diventata un’abitudine
l’amore per la musica mi consola, mi ripaga
non perder la fiducia quando nessuno più ti caga
riunito nel circolo, alte le voci
questa roba scava solchi così profondi
che non ho ragione di rimpianti
nuovi giochi, mondi infiniti plananti
su un esercito di militanti
in quanto ho preso tutto sul serio, forse troppo
quasi da perder la ragione contro il balocco
ma zero presunzione, zero motto combattivo
in ogni mia canzone che scrivo, zero falso, zero divo
dal profondo dell’anima zero finta vittima
perché se ti senti perseguitato in fondo c’è un motivo

[strofa 4: guercio]
muovendo il p-sso su un percorso infuocato
come un amplesso ti ho visto fra sesso
col compromesso più b-sso
per uno sputo di successo
quindi ho messo le tue strofe in quarantena
perché infettive per la scena
ti fai in vena overdose di stile in cancrena
finanziato da paraffina in rima
che sp-cci per crema
entro in testa come uno strizza cervelli
con più metri estremizzati
che morti ammazzati in un film di bruce willis
virtuoso tecnicamente
se non sei tu chi mente il mio occhio sinistro non è guercio per niente
mentre giocavi al farab-tto ho fatto fuori il tuo pseudonimo rendendoti anonimo
la tua crew è in lutto

[ritornello]
costi quel che costi
continuerò, procederò, avanzerò comunque
se faccio stili troverò dove non c’è niente
costi quel che costi
ma sempre con il cuore in mano per la mia gente
costi quel che costi
continuerò, procederò, avanzerò comunque
se faccio stili troverò dove non c’è niente
costi quel che costi
ma sempre con il cuore in mano per la mia gente

[strofa 5: chief]
costi quel che costi sarò in un cerchio originale
costi quel che costi retto in posizione verticale
al di sopra del livello del mare
lascio annegare nel paradossale
col ritmo marcio funebre e trionfale
l’ombra poco chiara di chi si para
di fronte corrompe in gara bara per paura e spara
se necessario colpi di lupara
figura amara
provaci ancora sam perché la vita è dura
e stronzi come me
qui a mandarti in para
per ricordarti che
la verità te la farà pagare cara
perché il faust era un romanzo
e tu col venditore d’anime
ogni giorno stai seduto a pranzo
se ne parla anche a costanzo
tra i cinquanta c’è un intruso rifiuto
figlio di un sopruso, un illuso morboso colluso
con lui che ormai da tempo con la musica ha protratto un abuso
sessuale, per soddisfare
una perversa voglia -n-le che non riesce a confessare
represso, omosessuale
un uomo sa come ci si deve comportare
come il circolo, chief, zippo e le sacre scuole

[outro]
perché una munnezza resta sempre una munnezza
1998, il circolo milano

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