lirik lagu (vincent)n! – sem3ion
l’uomo è alquanto strano, ti danno del b*st*rdo, del codardo
e poi ti stringono la mano
non è questo l’uomo che volevi, levi, piango
e levito solamente se evito
l’uomo è alquanto strano, ti danno del b*st*rdo, del codardo
e poi ti stringono la mano
l’uomo è alquanto strano, ti danno del b*st*rdo
chi si rivolge a me non si accorge poi di molto
fanculo, volto oscuro, il mio futuro lo prevedo
mi capiranno solamente quando sarò morto
quando sarà troppo tardi
italo svevo
(e io e io)
e io già lo sapevo che non esistono opzioni
ma ho una calamita verso i giorni tristi per riviverli
(riviverli)
(se non se non)
se non mi capisci e perché le intuizioni che ho
di questa vita sono incompatibili con i miei simili
(odio odio odio)
odio il posto in cui abito
dove vivere non ha uno scopo sе non arrivare al sabato
stupidi senza paure mi hanno rеso avido
mani al cielo in un locale dove è imposto pure l’abito
lo stato in cui mi trovo io non si può condividere
se continuo a convivere con questa solitudine
scusa mamma per i drammi, per l’ingratitudine
che sono troppi anni che non mi vedi
so*so*sorridere
ho navigato oceani
non mi bastavano più le terre
non è coraggio, non c’è anima dentro a chi fa le guerre
(vincent)
ho navigato oceani
non mi bastavano più le terre
non è coraggio, non c’è anima dentro a chi fa le guerre
(vincent)
ho navigato oceani
non mi bastavano più le terre
non è coraggio, non c’è anima dentro a chi fa le guerre
(vincent)
ho navigato oceani
non mi bastavano più le terre
non è coraggio, non c’è anima dentro a chi fa la guerra
quand’eri sola e triste ti ho portata via per mano
ti sei rialzata e tutto sembra più lontano
scrivo su questo diario “era tutta una finzione”
ho avuto la funzione di un amico immaginario
vivo tra troppi paradossi e il bello che li creo
il mio cervello è compromesso, manomesso, reo
d’essere me stesso a questi mostri sottomesso
nessun compromesso
se non liberarli in questo testo
sto morendo troppo presto
il mio cuore è buio pesto
in questo mondo affondo la mia anima l’affondo, efesto
resto ciò che sono, lo diffondo anche se arduo
anche se resterò da solo
anche se ardo
senza vestiti nel fango
la storia la scrisse chi vinse
non so come voi possiate fidarvi
dalle mie parti mi chiamano vincent
l’orecchio strappato è per non ascoltarvi
(non è, non é, non è, non è)
non è questo l’uomo che volevi,levi
piango, levito solamente se evito ogni sguardo
nel cuore ogni dardo perché l’uomo è alquanto strano
ti danno del b*st*rdo, del codardo
e poi ti stringono la mano
non distinguo nemmeno cosa provo dentro
attingo, fingo, estinguo qualche fasullo tormento
annullo e cullo ciò che sento
sempre nello stesso modo
resto comodo
qui odono la spaziare del tempo
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