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lirik lagu addio – smokin’ axl

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[intro]
non c’è via d’uscita (non c’è via d’uscita)
dimmi cosa farai (dimmi cosa farai)
ogni porta è sparita (ogni porta è sparita)
dove ti nasconderai (tanto io ti troverò)

[verse 1]
sento voci che continuano a parlare
chiuso dentro al mio stato mentale
la tensione sale
vago in stanze vuote
il tempo mi corrode
mai da solo, pare
ho un demone custode che mi blandisce le gote su un matrimoniale
apro gli occhi in una vasca immerso in un liquido rosso
il sangue mi sgorga dal polso
mi guardo le mani bolso
cerco un appiglio, vedo fosco
mi alzo dal giaciglio
sopra al muro macchi di vermiglio mi lasciano un po’ scosso
tremo
cosa sarà mai successo? mi guardo attorno
non ricordo altro se non che stavo solo nel soggiorno
seduto sul divano, una birra in mano, la tv, cos’altro?
un coltello affianco, la lama a schizzi di amaranto
una donna urlava legata al termosifone torrido
il marito asfissiato e sordido
lе figlie, un quadro orrido
esco dal corridoio, davanti a me una porta
la vista mi si appanna
devo avеr perso i sensi un’altra volta
[chorus]
guardo il mio volto nello specchio
il mio riflesso non combacia
passa il tempo e non invecchio
questo mondo mi contagia
ritorno sui miei passi
vedo le ombre che mi seguono
le sento avvicinarsi
ma non voglio che mi prendano
guardo il mio volto in una foto
il mio riflesso non combacia
resto perso nell’ignoto
questo mondo mi contagia
ritorno sui miei passi
non so più manco chi sia io
guardo da lontano un corpo suicidarsi
spero che non sia il mio

[verse 2]
ho un sigaro che fuma vicino al camino mentre
fuori piove, sorseggio un bicchiere di brandy scadente
in testa ho uno strillo, mi sento un po’ strano
sento le gambe pesanti, mi siedo, riposo sopra uno sciatto divano
addosso ho un vestito e dei mocassini eleganti
non conosco ste mura, sulle mani indosso dei guanti macchiati
che giorno sarà, ho perso il senso del senso
dopo di che vengo, imbratto i muri, il divano ed il pavimento
dalle finestre vedo soltanto le tenebre
sul tavolo ho un gerber macchiato carminio ed un posacenere
una sedia per terra, una corda squarciata a non troppa distanza
una striscia secca bordeaux percorre la stanza
b*tto due compresse di seroquel dentro il bicchiere
lo bevo d’un sorso, mi alzo, mi verso ancora da bere
in tasca ho il leponex, ma è rimasta una pillola sola
vado in camera, c’è il farmacista sgozzato tra le lenzuola
[chorus]
guardo il mio volto nello specchio
il mio riflesso non combacia
passa il tempo e non invecchio
questo mondo mi contagia
ritorno sui miei passi
vedo le ombre che mi seguono
le sento avvicinarsi
ma non voglio che mi prendano
guardo il mio volto in una foto
il mio riflesso non combacia
resto perso nell’ignoto
questo mondo mi contagia
ritorno sui miei passi
non so più manco chi sia io
guardo da lontano un corpo suicidarsi
spero che non sia il mio

[post*chorus]
lei mi guarda, piange, trema ed urla
mentre scappa in preda alle paure
credo che non sappia più chi sono
mentre la rincorro con in mano questa scure

[verse 3]
ricordo molto bene la fredda sera d’agosto
in cui uscito al solito posto
sotto un albero nascosto con un amico
ci eravamo seduti su una panchina
feci il filtro, lui intanto riempì la cartina
la chiuse ma a un tratto di scatto strinsi il suo collo tra l’uno e l’altro palmo
lo soffocai, intanto gli dicevo di restare calmo
lo bruciai, basta un niente prima che tutto degeneri
riaprì la cartina, con l’erba fumai la sue ceneri
non capisco cosa mi sia preso, non è da me
sono ancora sul divano, in mano ho una tazza di te
i capelli unti, fisso la tv spenta, sono le sei
gli occhi nel riflesso si incrociano ancora con i miei
chi è che ha urlato adesso? e’ pieno di graffi sul muro
il sangue su cui mi sono seduto mi sta macchiando il culo
non sono pazzo, tutto questo mi fa sentire così vivo
mi immergo nudo nella vasca, appoggio il rasoio sui polsi e li recido
[chorus]
guardo il mio volto nello specchio
il mio riflesso non combacia
passa il tempo e non invecchio
questo mondo mi contagia
ritorno sui miei passi
vedo le ombre che mi seguono
le sento avvicinarsi
ma non voglio che mi prendano
guardo il mio volto in una foto
il mio riflesso non combacia
resto perso nell’ignoto
questo mondo mi contagia
ritorno sui miei passi
dopo cado nell’oblio
guardo da lontano un corpo suicidarsi
hai capito, si, addio

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