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lirik lagu kandinsky – william wilson (ita)

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[intro]
le ombre lunghe risorgono
inghiottono il mondo
lo sporcano
corrono verso di me
le ombre lunghe si muovono
mordono
quello che toccano
chiedono solo di me

[strofa 1]
angel olsen, finestre chiuse
soli morti sulle imposte ermetismo chiuse
qua si parla un’altra lingua, voci confuse
surrogato di vita in giornate plumbee
monocromi, cieli corrosi
le mie dita sulla tela, colori esplosi
la nevrosi del mio io che prevale la
necrosi del tuo dio materiale ma
tu come osi togliermi il pennello dalle mani
il colore buca i piani astrali, nah, nah
per trafiggere il dolore che si annida nei recessi dei baratri umani
e gocciola sul mio domani
ho il potere di dare un volto
alle mille sfumature di questa follia
per non sentirmi morto
solo e sepolto, in questa monocromia
ho paura di queste vite di merda
ho paura per la mia
prima che l’ombra ci stinga e spenga la fantasia
dipingi! e così sia!

[ritornello]
sono il nuovo kandinskij
i miei colori li senti anche senza vederli
sono il nuovo kandinskij
queste pagine tele, i miei versi pennelli
sono il nuovo kandinskij
sangue di tempera nella tenebra penetra queste greyscale
ma le menti più grandi dormono nei musei
cibano gli atenei o le spolpano i vermi

[strofa 2]
città in paralisi come la dublino di joyce
nodi alla gola che non sbrogli, non ingoi
l’ansia permea gli edifici, questi uffici grigi
fungono da incubatrici, black clouds, portnoy
rosso scuro come il sangue sopra i ganci
ruote motrici e stralci di uomini nei mattatoi
anime strappate, mutilate, banchettate a tranci
sotto i canini marci degli strigoi
un’ecatombe di muse alla padovani, nah nah
dove il reale frantuma gl’immaginari, mama
dove l’impegno si spreca in pochi denari, ha, ha
se dal risveglio fai parte dei mercenari sarà
che sto tra i pendolari, tra la gente stanca
persa tra gli orari, gli affari ed il conto in banca
tutto così standard, tutti così standard
they try to build a prison, come serj tankian
ma io nel pensier mi fingo
perso nei bicchieri di mamma sfiducia e padre vittimismo
nel progresso vedo il limbo, cerco l’uomo e trovo il bimbo
le canzoni le dipingo, fermo il tempo in un dipinto

[ritornello]
kandinskij
i miei colori li senti anche senza vederli
sono il nuovo kandinskij
queste pagine tele, i miei versi pennelli
sono il nuovo kandinskij
sangue di tempera nella tenebra penetra queste greyscale
ma le menti più grandi dormono nei musei
cibano gli atenei o le spolpano i vermi

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