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lirik lagu proiettili – semicronici

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[axiom]
sfilo le pallottole da una pistola scarica
illusione con cui lotto, un ottovolante rotto
di cui pago la benzina ma versandoci la tanica
e la consapevolezza di bruciare come un grotto
aggrotto le sopracciglia, raccolgo la poltiglia
“rendimi polvere tagliente” è ciò che mi consiglia
sento la bugia, solo ciò che bisbiglia
meschina, mi schiva colpevole e si assottiglia
l’amigdala si fa terreno mitologico
manticore che lottano, petricore nel cogito
ma tutti maledicono elementi dell’incognito
è lì che mi ritrovi, a fare covi con il sonico
solo chi fa ponte diverrà caro a caronte
se faccio discorsi a monte mi sdoppio, cado bifrontе
discolo per un visconte, oppure osiridе
in ambo i casi riscontri la lotta dentro l’iride

[william wilson]
bruja tra le brughiere, bruma sulle tastiere
medici, semicronici, fate bene a tacere
rendo grazie, che sta merda m’ha salvato
che m’ha dato più motivi per non darmi per sp*cciato
fra, ricarico il tamburo, parole come bossoli
balistica linguistica: spostati, bum
i miei scritti fanno esplodere i grafologi
spolpo ste macchiette, medici, semicronici
[h*ll’o’him]
stampami un sorriso in faccia a calci
che sia falso come l’urlo di piacere di una vittima in un vicolo
chiuso in un cubicolo in un mare di falci
sono veicolo di rabbia, diavolo del pericolo
la mia realtà è dolore puro, che cosa aspetti?
a denti stretti versa sangue, dopo rifletti
mille concetti mi avvelenano, in tempi non sospetti
ti avrei detto che in effetti non mi sento meglio
miglio dopo miglio la strada si fa più ripida
corda più stretta al collo, la vita si fa più insipida
tanto non mollo e tanto più la vita mi limita
nemica è la quieta mimica e un demone che mi imita
muoio ogni giorno quando chiudo gli occhi
me ne spavento però fuggo dai cupi rintocchi
mi tocchi l’anima spezzandomi i ginocchi
eppure ti perdono, l’ultimo degli sciocchi

[william wilson]
srotolo sto tappeto lirico, onirico
elogio metafisico, giorgio de chirico
ste voci in testa cantano do ri me, sé
rischio di impazzire come lovecraft a providence
clochard, se non facessi questo
se non facessi questo, se non scrivessi forse
sarei già morto, divorato dai miei forse
dalle fisse, dalle droghe, dalle strade ripercorse
mille volte, e mille volte ancora
e no, tra chi s’interessa, chi t’ignora
bro, chi ti stringe, chi ti sfiora, chi t’abbraccia o ti ripudia
chi ti bacia, chi ti sputa, chi indietreggia, chi t’aiuta
chi trascura e chi si prende cura
chi coltiva la cultura, chi snatura la coltura
chi si cura dei cretini e chi li lascia dare aria
me ne fotto di voi tutti penso solo a fare fiyah

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